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Nazione / Giorno / Carlino

Come trasformare la cantina in una cassaforte ... Il vino è piacere, passione, glamour ma le etichette più pregiate possono trasformarsi anche in un’importante occasione di investimento: chi ha scommesso su vini esclusivi si è assicurato rendimenti da record, superando di gran lunga i guadagni di Borsa e beni immobiliari, soprattutto in questi tempi di crisi economica. Anzi, paradossalmente la crisi ha dato il via a un boom vero e proprio: mentre produttori e distributori si lamentano, per i collezionisti è il momento di comprare, anche in vista del rialzo che si avrà in futuro. Secondo le stime di Christie’s e Sotheby’s in sede d’asta le flessioni dei prezzi si attestano tra il 20 e il 40 per cento. Ciò significa acquistare etichette d’autore a buon mercato: una cassa di Château Haut-Brion annata 1989 a 9.500 dollari rispetto ai 20 mila di tre anni fa; il Romanée-Conti del 1990 a 8 mila dollari la bottiglia rispetto ai 22 mila del 2007. Dopo parecchi anni in cui i prezzi del vino erano schizzati alle stelle ora si torna ai corretti valori di mercato e il vino diventa un’attrattiva di businnes, un bene rifugio. Quattro le condizioni per creare una cantina di valore e trasformarla in una cassaforte: poche etichette di qualità, durata nel tempo senza timore di degrado, forte richiesta del mercato e rarità del prodotto. Dunque la parola d’ordine è puntare su vini di pregio, anche se esistono “mine vaganti” che alterano il mercato. È il caso di un compratore anonimo che ad Hong Kong, principale piazza internazionale per la vendita di etichette pregiate all’asta, ha acquistato tre Jeroboams di un rosso La Tache Vintage 1990 per un totale di 118.628 dollari. Un altro ha pagato 274.718 dollari per una collezione di 144 bottiglie Domaine de la Romanée-Conti, cioè circa 2 mila dollari a bottiglia. Il giro d’affari in Italia finora è rimasto lontano dai risultati realizzati all’estero, anche per la difficoltà di reperire etichette importanti, i Supertuscans e i grandi rossi piemontesi non riescono a raggiungere cifre elevate come i rossi francesi. Ma forse è proprio questo il momento giusto di comprare, anche perché i vini italiani di qualità stanno facendo sempre più breccia tra gli appassionati più esigenti e nelle grandi aste internazionali, dove un tempo il cento per cento di bottiglie battute erano francesi, oggi almeno il 30 per cento riguarda i nostri rossi importanti.

Terenzio medri, Presidente nazionale Ais Associazione italiana sommelier

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