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Nazione / Giorno / Carlino

L’arte del Sangiovese ... Successo a Faenza per il vitigno romagnolo... Capolavori del Sangiovese di Romagna tra i capolavori della ceramica di tutti i tempi. Quasi mille presenze, più di 15mila degustazioni e cinquanta giornalisti provenienti da tutto il mondo (Russia, Polonia, Usa, Inghilterra, Germania, Belgio) sono il consuntivo della quinta edizione di “Vini ad Arte”, anteprima delle riserve 2007 del Sangiovese di Romagna organizzata dal Convito di Romagna, consorzio di otto cantine top del territorio (Tre Monti, Stefano Ferrucci, Fattoria Zerbina, Poderi Morini, Calonga, Drei Donà, San Valentino, San Patrignano) al Museo internazionale delle ceramiche di Faenza. Vini ad Arte chiude (e completa) le anteprime dedicate alle migliori espressioni di questo straordinario vitigno autoctono iniziate con Chianti classico, Nobile e Brunello tra Firenze, Montepulciano e Montalcino. Attorno al Sangiovese romagnolo c’è fermento: crescono gli investimenti, si rimodula il disciplinare (più restrittivo e attento al territorio), nascono nuove cantine. Restano i problemi legati alla riconoscibilità di questa denominazione e alla necessità di lavorare in squadra per esportare di più. Paul Medder di Wine Intelligence, società inglese di indagini di mercato, intervenuto al convegno organizzato dall’Enoteca dell’Emilia Romagna, parla del Sangiovese di Romagna come di una nicchia: “Molti consumatori lo bevono senza conoscere il vitigno. Determinante nella scelta del vino è nel 60% dei casi il paese di provenienza o la regione, mentre solo nel 30% dei casi è determinante la denominazione di origine”. Dall’indagine di Wine Intelligence emerge anche che i singoli mercati seguono logiche diverse e che le aziende non possono quindi adottare un’unica strategia. “In Romagna c’è un fiorire di piccole cantine che imbottigliano per sfuggire ai prezzi bassi pagati dalle cantine sociali: dobbiamo essere capaci di indirizzare questa forza - commenta Giorgio Meandri, collaboratore del Gambero Rosso -. Oggi il mondo del vino non chiede più vini buoni, quelli li dà per scontati. Chiede un linguaggio, un’ identità di territorio e su questo la Romagna è ancora indietro”. I produttori del Sangiovese di Romagna devono quindi lavorare molto sia sui mercati esteri che sul mercato nazionale. Di questo è consapevole anche l’Enoteca regionale, che sviluppa progetti di promozione con finanziamenti nazionali ed europei. “Ora, individuate le criticità - fa la sintesi Gian Alfonso Roda, presidente dell’Enoteca - bisogna lavorare tutti assieme unendo idee, energie e progettualità. Stiamo lavorando su nuovi strumenti per raggiungere il consumatore. All’estero abbiamo avviato il progetto “Incantina” a Francoforte, primo punto vendita di una catena di locali che presenteranno vini e prodotti tipici della regione. Nel web abbiamo una pagina su Facebook e stiamo avviando un circuito di ristoranti impegnati nella promozione dei nostri vini”.

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