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Nazione / Giorno / Carlino

“Attenti all’aroma: se si sente troppo desta sospetti” ... Il guru Luciano Pignataro: “Il vino serve ad accompagnare il cibo, non è un oggetto di culto”... Luciano Pignataro, giornalista del Mattino di Napoli, premio Veronelli 2008, blogger e autore di guide, è un guru dei vini del Sud a partire dalla sua Campania. Ha appena scritto “101 vini da bere almeno una volta nella vita”. Dice che la crisi del 2009 ha anche aspetti positivi.

Quali?

“È andato in crisi chi ha puntato tutto sulle griffe, sulle grandi firme, sul vino status symbol; sta funzionando chi ha riequilibrato la produzione sulla dimensione più quotidiana. Insomma il vino va bevuto, serve ad accompagnare il cibo. Non è un oggetto di culto. La gente poi si è stancata di pagare 100 euro per una bottiglia che costa al produttore non più di 5”.

Funzionano i bianchi e i rossi giovani e aromatici, ma di fronte a certe spremute di frutta più che aromatici sembrano aromatizzati...

“Sono vini che piacciono al mercato ma fanno arricciare il naso agli esperti. In effetti l’eccesso di aromi spesso è sospetto: alcuni vini per piacere a tutti, si truccano troppo”.

Sempre più spesso il sughero nei tappi è sostituito dal silicone. Costa meno ma funziona?

“Il sughero è insostituibile per i vini da invecchiare, per favorirne l’evoluzione. I nuovi tappi vanno bene per i vini da bere giovani. Comunque un buon tappo è il biglietto da visita di una cantina, significa che crede nel prodotto che ti vende”.

Tra le Regioni del vino, chi emerge? E chi batte in testa?

“Parlerei di territori e vedo nella zona dell’Etna in Sicilia la nuova frontiera della tipicità, della ricerca. Il Piemonte si conferma nella sua austera serietà, mai venuta meno. La Toscana è alla ricerca di una nuova immagine”.

Nonostante la crisi, si continua a investire nel vino...

“La crisi ha messo fuori gioco chi pensava di fare i soldi facili con il vino, ritoccando i listini ogni anno. Col vino non si fanno i soldi, ma si può vivere dignitosamente in rapporto con la terra”.

Il futuro del Sud dopo le tante mode degli anni passati, le falanghine, i nero d’Avola...

“La grandissima biodiversità è la vera ricchezza inesplorata del nostro Meridione. Solo in Calabria ci sono oltre 100 vitigni autoctoni. Un patrimonio da valorizzare nel mercato globale che premia identità, tipicità e riconoscibilità”.

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