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Vino, in arrivo l’Igt della Costa ... A Lucca l’anteprima di rossi e bianchi che il mare ha fatto grandi ... Cinque province, venticinque comuni, più o meno 1.500 ettari coltivati da 73 aziende che producono ogni anno 8 milioni di bottiglie. Non solo Sassicaia, non solo Ornellaia, non solo i bordolesi di Bolgheri e Suvereto o i grandi bianchi della Val Freddana: è la costa il nuovo grande polo del Vigneto Toscana. “E tra due mesi avremo finalmente l’Igt Costa Toscana”, annuncia Ginevra Venerosi Pesciolini, titolare della tenuta di Ghizzano, provincia di Pisa, e presidente dell’Associazione Grandi Cru della Costa. Che li raccoglie tutti, i 73 produttori: tanto per capirsi, il presidente onorario è Niccolò Incisa della Rocchetta, insomma “mister Sassicaia”. Da domani a lunedì, al Real Collegio di Lucca, la costa mette in mostra i suoi gioielli, nell’edizione 2010 di Anteprima Vini: un bel programma tra degustazioni anche aperte al pubblico, (tranne l’assaggio en primeur di lunedì per i vini 2009 riservato a operatori e stampa), laboratori, percorsi enogastronomici nei ristoranti di Lucca, talk show, spettacoli.

Signora Venerosi Pesciolini, che significa una Igt per la costa?

“Una grande opportunità, soprattutto Oltreoceano, dove “costa” è un’accezione rafforzativa di Toscana . E con un grande denominatore comune: l’influenza del mare”.

È un dato di fatto, o una bella favola?

“Certo che esiste, e il risultato si sente nel vino, aiuta la maturazione delle uve rosse in maniera importante, il riflesso della luce dal mare favorisce la fotosintesi e poi abbiamo un microclima ideale anche nelle zone interne, con la giusta escursione termica”.

E le uve bianche?

“Il discorso è un po’ diverso. I grandi bianchi della costa sono quelli della val Freddana, tra Lucca e la Versilia, per il resto abbiamo ottimi vermentini, vini minerali, di facile beva ma non di grande struttura. Però tanto piacevoli per gli aperitivi d’estate”.

E quali sono i punti di forza?

“Il mare, anche per vendere. Funziona benissimo negli Usa e in Giappone: “Costa” nell’immaginario collettivo paga più di “Peccioli”, e forse perfino di “Chianti””.

Ma una Igt può esprimere un territorio cosi articolato?

“È un’opportunità in più, un’etichetta che dà più riconoscibilità. La Igt Costa non impedirà a nessuno di mantenere la denominazione Bolgheri, ma aiuta chi non fa parte di una doc. Il territorio è giovane, siamo tutti medi o piccoli, però anche i grandi che hanno vigneti piatti vicino all’autostrada potranno goderne i vantaggi”.

Anche un percorso di marketing?

“Quella è una strada difficile. Ma intanto abbiamo aperto Lucca al pubblico, con tante iniziative. Perché vendere nella regione dove operi è sempre una roccaforte”.

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