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Elda Ghiretti. “Cibus tricolore anche all’estero” ... Oggi apre a Parma la 15ª edizione di Cibus, la più grande kermesse del food tricolore. Se il made in Italy alimentare è la seconda industria del Paese, con 120 miliardi di fatturato, di cui quasi 20 di export, Parma ne è la vetrina. Per quattro giorni le principali aziende agroalimentari italiane si confronteranno con 7mila operatori esteri da 110 Paesi, i buyer della Grande Distribuzione italiana e straniera, i rappresentanti del comparto della ristorazione “fuori casa” e di quella commerciale, con importatori e ricercatori di università e centri studi. Ancora una volta il tema centrale è l’internazionalizzazione. Ne parliamo con Elda Ghiretti, Cibus Manager.

Dopo le difficoltà del 2009 come va il nostro export di settore?

“I dati riferiti da Federalimentare segnalano una netta ripresa nel primo bimestre del 2010 con un più 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una percentuale che potrebbe arrivare a più del 3% nel primo trimestre 2010, sempre secondo le prime statistiche di Federalimentare. Questo aumento significativo dipende esclusivamente dalla crescita delle esportazioni, mentre il mercato nazionale rimane statico. Sembra dunque essere corretta la nostra scelta, compiuta molto tempo fa, di dedicare alle potenzialità dell’export dell’agroalimentare made in Italy la 15a edizione di Cibus”.

Le produzioni agroalimentari di eccellenza a marchio Dop e Igp sono un vanto del nostro Paese. Però non brillano nell’export. Si pu fare di più, e come?

“I prodotti d’eccellenza a denominazione d’origine fungono molto spesso da battistrada per l’export del food italiano, perché sono i primi ad essere conosciuti dal pubblico dei Paesi esteri nei ristoranti, nei bar, e via dicendo. Dunque è molto importante quanto sta facendo il ministero dell’Agricoltura, insieme con l’Ice, Buonitalia e le Regioni per sostenere la conoscenza e l’export di questi prodotti all’estero. Cibus, dal canto suo, ha portato a Parma 62 Consorzi Dop e Igp proprio per mettere a disposizione una ulteriore vetrina, ben visibile dai tanti buyer esteri che partecipano alla nostra fiera. Anche la presenza della Grande distribuzione straniera a Cibus potrà dare un contributo in questa direzione”.

La Grande distribuzione è uno snodo fondamentale per la promozione del made in Italy all’estero. Però le catene italiane non sono presenti all’estero, mentre francesi e tedeschi sono presenti un po’ ovunque in Europa e non solo. La Gdo straniera come si comporta coi nostri prodotti?

“Proprio perché la Gdo italiana è poco presente con propri punti di vendita all’estero è importante dialogare con le catene europee, statunitense ed asiatiche. I grandi retailers internazionali sono sempre più interessati al made in Italy e al modello agroalimentare italiano perché è l’unico in grado di garantire prodotti di eccellenza a prezzi ragionevoli, spesso prodotti con filiere sostenibili. Una ricerca ed un convegno di Cibus saranno dedicati proprio a questo tema del rapporto industria/distribuzione”.

Francia e Giappone sono i paesi d’onore di quest’anno. Cosa c’è da aspettarsi?

“La presenza di Francia e Giappone come Paesi focus darà la possibilità di un grande confronto con i due Paesi che insieme all’Italia hanno la più grande tradizione gastronomica del mondo unita ad un grande rispetto per prodotti di eccellenza”.

Ristorazione fuori casa e ristorazione collettiva: quali sono le nuove tendenze?

“Stando a quanto ci dicono le imprese della ristorazione del fuori casa e della ristorazione commerciale presenti a Cibus, gli italiani tendono a mangiare meglio, proprio come conseguenza della crisi economica. Magari mangiano meno, ma mangiano meglio. Nel senso che un numero sempre maggiore di italiani ricerca il food di qualità, i prodotti a denominazione d’origine, la buona cucina. Naturalmente questo discorso non vale per gli strati più colpiti dalla crisi e dalla disoccupazione”.

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