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Nazione / Giorno / Carlino

Omas brinda con Antinori. Al debutto le penne in barrique ... La storica azienda bolognese celebra il Solaia con 1978 esemplari... Lee: “Un’eccellenza italiana” Albiera Antinori: “L’unione si basa su passione e qualità”... L’ultima creatura sa di vino, figlia di un matrimonio all’insegna del made in Italy con i Marchesi Antinori. Così, come a ricordare che sì la proprietà parla cinese, ma che mente, cuore e braccia sono radicate nel Belpaese, bollino blu per camminare a testa alta nel mercato del lusso internazionale. Omas, storica azienda bolognese di penne controllata dal gruppo Xinyu Hengdeli, colosso asiatico con 270 negozi tra Cina, Taiwan e Hong Kong, ha presentato nella Tenuta Tignanello degli Antinori, a un soffio da Firenze, la sua ultima edizione limitata di strumenti per scrittura. Celebrando il Solaia, rosso biglietto da visita in tutto il mondo dei produttori toscani. Insomma, un’alleanza un po’ particolare, quella tra penne e vino, solo se osservata con superficialità, che alla fin fine si può riassumere nelle parole di Albiera Antinori, una delle tre figlie del marchese Piero che nel 1978 ha lanciato il Solaia: “Abbiamo in comune tanti valori, come la qualità, la ricerca del dettaglio, l’ossessione delle cose ben fatte, la passione per il prodotto”. Aggiunge Bryan Lee, il coreano direttore esecutivo dei bolognesi: “Ci piace pensare che l’unione tra Omas e Antinori dia vita a un oggetto capace di celebrare un’eccellenza tutta italiana”. D’altra parte, come spiega Marta Cruciani, responsabile del marketing alla Omas, la proprietà punta tantissimo sulla forza del prodotto made in Italy, da incanalare in una rete di punti vendita ramificata in tutto il mondo. Tant’è che mai è passato per la testa dei cinesi di sradicare da Bologna un solo dettaglio della lavorazione: le stilografiche e le rollerball vengono fabbricate da cima a fondo in uno stabilimento che occupa una quarantina di persone e ha una capacità produttiva di 50mila pezzi l’anno. Un processo accurato che inizia, riprende Cruciani, “dal disegno della penna”, frutto di più proposte e idee, continua con la lavorazione dei materiali, dalla resina di cotone alla celluloide, dal legno all’oro e all’argento, e con l’assemblaggio di decine di pezzi. Senza contare le accurate incisioni, pennini compresi. Strumenti per scrittura che costano da alcune centinaia di euro, nelle versioni base, fino a oltre 30mila, per quelle speciali. Tornando all’edizione Solaia, Omas ha voluto rievocare la prima storica annata del vino - frutto delle uve coltivate in 14 ettari nel cuore del Chianti classico, tra le 40mila e le 60mila le bottiglie messe sul mercato all’anno - del 1978. Argento, smalti e legno (il rovere francese delle barrique dove è invecchiato il vino), sono i materiali utilizzati, ai quali si aggiunge l’oro per i pennini. Solo 1978 gli esemplari: 1.200 stilografiche e 778 rollerball. Le incisioni - a mano - riproducono tra l’altro lo stemma degli Antinori e la pianta di vite. Debutto sul mercato a settembre, costo da 1300 a 1500 euro. Omas, il nome significa Officina meccanica Armando Simoni, è nata nel 1925. I discendenti del fondatore l’hanno tenuta in mano per anni, nel 2000 fu acquistata dai francesi di Lvmh (Louis Vuitton Moet Hennessy) e infine il passaggio nel 2007 a Xinyu Hengdeli, coi transalpini che restano col 10%. L’Italia è per Omas il primo mercato (i prodotti sono presenti in 120 punti vendita specializzati), ma l’Asia dà molte soddisfazioni grazie alla “fame” di lusso in crescita tra cinesi e soci. L’azienda di penne, tra l’altro, ha cinque boutique col proprio marchio in Cina, si sta facendo promozione nello stand della città di Bologna all’Expo di Shanghai, e sicuramente col tempo si stringeranno sempre più le sinergie con la catena distributiva di Xinyu Hengdeli, insegna per eccellenza dei negozi di orologi. La società è quotata alla Borsa di Hong Kong e ha una capitalizzazione di circa 1,4 miliardi di euro; primo azionista la famiglia Zhang, ma tra i soci ci sono anche Swatch Group e Lvmh.

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