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Nazione / Giorno / Carlino

Italia batte Francia. In arrivo una vendemmia da campioni del mondo ... L’Italia del vino risorpassa la Francia. E con la prossima vendemmia torneremo a essere il primo produttore mondiale davanti proprio ai cugini d’Oltralpe che erano stati superati per la prima volta nel 2008 ma che l’anno scorso si erano presi una temporanea rivincita. A prevedere un ritorno in vetta del vino made in Italy è la Col diretti che stima per il 2010 una produzione in crescita fino al 5% con valori superiori a 47,5 milioni di ettolitri anche se la cautela è d’obbligo perché determinante per l’esito della vendemmia sarà agosto. Al contrario, i vini francesi potrebbero far registrare una crescita limitata con una produzione stimata da Franceagrimer a 47,3 milioni di ettolitri rispetto ai 46,7 dello scorso anno che furono sufficienti per battere i nostri 45,4 milioni. Secondo le prime stime Ismea-Uiv, spiega sempre Col diretti, l’aumento produttivo del 5% nella vendemmia 2010 (il cui calendario dovrebbe svolgersi regolarmente senza gli anticipi dello scorso anno in virtù di un inverno freddo) è il risultato di livelli produttivi uguali o leggermente superiori al 2009 nel Nord e in linea per il Centro, a eccezione delle Marche dove, come in larga parte delle regioni meridionali (escluse le isole) si stima un recupero, almeno parziale, delle perdite subite l’anno scorso. Nonostante le difficoltà, il vitivinicolo italiano, spiega il presidente di Col diretti Sergio Marini, risente meno della crisi rispetto agli altri Paesi e agli altri settori perché ha saputo puntare sulla qualità, e non più solo sulla quantità, esprimendo al meglio i valori dell’identità e della diversità territoriali che sono vincenti sul mercato e che dovrebbero essere presi ad esempio da tutta l’agroindustria. Ma la dinamicità e la ripresa del nostro vino, simbolo del made in Italy nel mondo, aggiunge Marini, vanno lette con toni positivi anche perché funzioneranno da traino per tutti gli altri prodotti italiani. La qualità, sottolinea sempre Col diretti, caratterizzerà anche la vendemmia 2010. Il 60% della produzione (che vede impegnate 250 mila aziende agricole, 200 mila lavoratori e 35 mila imbottigliatori) sarà infatti destinatoa alal realizzazione di 320 vini Doc, 41 Docg e 137 Igt. In Francia, invece, si stima che su una raccolta di 47,3 milioni di ettolitri circa 23 saranno utilizzati per vini Dopo, 13 per Igp, 3,7 per altri vini e 7,8 per quelli destinati all’alcol. Il valore dei nostri vini ci ha permesso di conquistare le più importanti tavole internazionali. Tanto che su circa 9 miliardi di euro di fatturato dell’industria del vino, 3,5 sono attribuibili all’export con una crescita record nel primo quadrimestre dell’8,4% (più 2,2% nella Ue e più 12,4% negli Usa) e principali mercati di sbocco quello tedesco (dove c’è il boom degli spumanti e del Prosecco) e quello americano che apprezza soprattutto i grandi rossi toscani. Ma il successo del vino made in Italy significa anche un’opportunità di lavoro per bel 1,2 milioni di persone impegnate non solo in vigne e in cantine ma anche nell’indotto, dall’imbottigliamento alla distribuzione, dai corsi di laurea all’editoria specializzata fino all’enoturismo che da solo muove 1,8 miliardi di euro e 6 milioni di turisti e conta 150 strade e 500 città del vino.

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