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Nazione / Giorno / Carlino

Un duro colpo alla grandeur … è l’ultimo smacco, l’ultimo colpo a una “grandeur” che già da tempo appare compromessa. Secondo le previsioni di Col diretti, l’Italia sorpasserà la Francia nella vendemmia 2010. Per la prima volta nella storia, infatti, produrremo più vino dei nostri cugini transalpini: 47,5 milioni di ettolitri contro 47,3. Non basta: miglioreremo anche la qualità, visto che il 60% della nostra produzione sarà destinato alla realizzazione di vini a denominazione di origine controllata (contro il 50% circa della Francia). Per Parigi, che sulla trincea dei vini e dei formaggi si è sempre battuta fino all’ultimo sangue, la notizia e sconfortante: che cosa le rimane, se perde anche la guerra dei “vignobles”? Certo, conserva per ora la leadership nel settore privilegiato dello Champagne: ma l’Italia sta producendo da qualche anno dei brut che non hanno nulla da invidiare ai “grand crus” francesi, e che oltretutto costano meno. Quanto all’altra roccaforte gallica, quella del “camembert” e del “roquefort”, non è detto che prima o poi non cada (Agnelli aveva tentato di espugnarla nel 1992; fu sconfitto, ma riuscì in cambio a mettere le mani sui prestigiosi vini Chateau Margaux). La rivalità franco-italiana in materia di vini risale all’indietro nel tempo. Ricordo che una ventina d’anni fa alcuni tra i più famosi sommeliers francesi rimasero di stucco quando scoprirono il Sassicaia nel corso di una degustazione alla cieca: dovevano scegliere il vino migliore, senza conoscerne, l’origine né il nome, e tutti all’unisono proclamarono vincitore il rosso del marchese Incisa della Rocchetta, convinti che si trattasse di un fantastico Bordeaux. Ci rimasero malissimo, ovviamente. Fu un duro colpo per il patriottismo gastronomico della “douce France”. Altri colpi sono piovuti dappertutto. Nel campo della diplomazia, in quello letterario e intellettuale, in quello del commercio estero. Mas tutto questo in fondo non sarebbe drammatico: un paese non resta mai identico a se stesso, i suoi valori fondamentali evolvono e mutano negli anni. Tutti, tranne alcuni. Il vino ad esempio. E il camembert. Quelli non si toccano. Giù le mani dai Pomerol, dai Saint Emillon, dai Puilly Fussé e dai 300 formaggi che hanno fatto la gloria della Francia!

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