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Richard Ginori, favola d’agosto “Dalla crisi ai turni senza sosta” ... La rinascita della storica manifattura di porcellane... Tutti al lavoro anche d’agosto alla Richard Ginori, pronti a cogliere i segnali di ripresa che fanno capolino anche sul territorio fiorentino. “Le banche hanno riaperto i rubinetti, dando fiducia agli imprenditori che vogliono investire”, conferma il presidente degli industriali, Simone Bettini. E tutti in fabbrica, alla Ginori, con il ritrovato entusiasmo di chi vede ora un futuro perfino ambizioso sotto l’ombrello della nuova casa madre - il gruppo Gucci - dopo che appena pochi mesi fa la storica manifattura di porcellane era data per morta. Riaccesi i due forni, i 230 dipendenti di dividono le ferie una settimana a testa, a rotazione, ma i motori della fabbrica di Sesto Fiorentino gireranno senza sosta, fatta eccezione per il giorno di Ferragosto. “L’obiettivo è rimetterci in carreggiata il prima possibile per massimizzare la produzione - dice Bernardo Marasco, segretario della Filctem Cgil -. Veniamo da un lungo periodo di inattività, quindi è normale sfruttare anche agosto per riportare i motori a pieni giri. Se pensiamo che a maggio si rischiava di scomparire - sorride il sindacalista -, diciamo che l’abbiamo scampata bella”. Nata nel lontano 1735 dalla Manifattura di Doccia fondata dal marchese Carlo Ginori, l’azienda era stata dichiarata fallita nel gennaio scorso e un altro prestigioso marchio del nostro saper fare artigianale rischiava di svanire sotto i colpi della crisi. Dopo un lungo tribolare, l’angoscia dei dipendenti e l’asta di marzo andata deserta, ecco invece la svolta, forse inattesa, con l’offerta presentata da Gucci che all’asta del 22 aprile rileva la Ginori per 13 milioni di euro e garantisce il rilancio con un piano di investimenti da 10-15 milioni. Un marchio storico che ne salva un altro, in una operazione che sul tessuto economico locale diventa modello di riferimento per casi analoghi di crisi aziendale. Dal tunnel alla riconquista dei mercati i passi da fare per Ginori sono ancora molti ma gli investimenti, il know how, la rete commerciale, l’esperienza internazionale del brand Gucci garantiscono alla manifattura di porcellane un futuro all’altezza del suo glorioso passato. La “Rivoluzione” targata Gucci investirà sia il piano produttivo che quello commerciale. Sul primo fronte 1 obiettivo e sfornare non solo articoli destinati a una clientela di massa ma posizionarsi anche su una fascia alta di mercato, quella tipica insomma del marchio Gucci. Con prodotti di alta qualità, frutto di innovazione, tecnologia e creatività, capaci di gene rare “margini” di guadagno maggiori. Sul fronte commerciale invece Ginori potrà “sfruttare” la rete del gruppo Gucci nel mondo: così piatti, zuppiere, tazzine decorate della Ginori potrebbero approdare nelle strade del lusso a New York, Londra, Parigi. E con la ripresa dietro l’angolo, il rilancio potrebbe richiedere meno tempo del previsto.

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