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Né griffato né famoso: il “vino della memoria” degli eno-appassionati è legato a un momento speciale della vita. Lo rivela il sondaggio Winenews-Vinitaly. Lo hanno assaggiato con nonno o fidanzata ed è rimasto in maniera indelebile nei loro ricordi

C’è chi l’ha bevuto al ristorante pagandolo con il suo primo “vero” stipendio, chi l’ha degustato in una cena romantica in compagnia della futura moglie o del futuro marito, chi ancora dopo trent’anni ricorda l’emozione di averlo assaggiato insieme al nonno: è il “vino della memoria”, impresso in maniera indelebile nei ricordi, capace di trasformarsi in un “pezzo” dell’esistenza e di segnare attimi da ricordare per sempre. Secondo il 74% degli eno-appassionati italiani è un vino che non si identifica con un’etichetta griffata o famosa, ma che è legato ad un momento speciale della propria vita: lo rivela il sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, e Vinitaly (www.vinitaly.it), rassegna di riferimento dell’enologia mondiale.
Ognuno di noi conserva nella mente il ricordo di un vino che, come il primo bacio, non riesce più a dimenticare: tra le tante etichette che capita di assaggiare nella vita, ne esiste infatti almeno una in particolare della quale ricordiamo esattamente il momento in cui l’abbiamo bevuta, il luogo in cui eravamo, le emozioni che ci ha suscitato. Secondo la grande maggioranza (74%) di chi ha risposto al sondaggio di WineNews-Vinitaly (un totale di 1.194 “enonauti”, amanti del buon bere e di internet), il “vino della memoria” è legato a situazioni, persone o luoghi speciali. Moltissimi quelli che identificano il “vino della memoria” con il primo vino bevuto in assoluto da bambini, sotto il controllo e la supervisione del padre o del nonno: un tempo infatti si usava far bere un pochino di vino a 10-12 anni, perché “fortificava e faceva buon sangue”. Un’esperienza ricordata come una piacevole trasgressione, legata alla sensazione di sentirsi grandi e importanti e alla complicità con chi elargiva questa concessione.
Tra le tante testimonianze, c’è chi il suo vino del cuore lo ha assaggiato in una vacanza in montagna, e l’atmosfera natalizia, i fiocchi di neve e il paesaggio hanno reso l’esperienza indimenticabile. C’è il turista straniero che cita come vino della memoria un Chianti Classico bevuto nel viaggio in Italia con la moglie, e da allora associato per sempre agli splendidi momenti trascorsi in Toscana. C’è la ragazza che dopo una vacanza in Salento ha impresso nella memoria il Negroamaro, perché capace di evocare il sole, i profumi e i sapori di quella terra. C’è l’uomo ormai adulto che ancora ricorda perfettamente il sapore dolce, fruttato e aromatico - una meraviglia per il suo palato di bambino - di un Asti Spumante bevuto in un lontano Natale insieme ai suoi genitori. Molti sottolineano come spesso, negli assaggi successivi dello stesso vino, ci sia stata quasi una delusione, perché non si sono ritrovate le sensazioni della prima volta.
Solo per il 26% degli eno-appassionati il vino della memoria è un’etichetta prestigiosa, magari sognata per anni: così vengono citati vini di grandi prestigio che hanno lasciato un’impressione indelebile grazie alle loro caratteristiche oggettive: profumi, sapore, persistenza, eleganza, complessità. In ogni caso si tratta sempre di vini bevuti in compagnia di amici, fidanzati, mogli, mariti o familiari, a dimostrazione che è il contesto dell’assaggio a fornire il valore aggiunto che rende una bottiglia davvero indimenticabile.
Ma chi sono gli enonauti di www.winenews.it? Ecco il loro identikit: prevalentemente maschi (82%), il 54% di loro ha un’età compresa fra i 30 e i 45 anni; hanno un elevato titolo di studio (l’85% ha conseguito il diploma di scuola media superiore o la laurea), godono di un buono/ottimo livello socio-economico (imprenditore, bancario, avvocato, commercialista, ingegnere, medico, agente di commercio, architetto, commerciante …).

Eleonora Ciolfi

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