Neanche il Covid ferma le tradizioni, specie se seguono tempistiche non procrastinabili. Come il vino Novello, che torna con 3,5 milioni di bottiglie ottenute dalla vendemmia 2020, che sancisce un primato italiano che, però, le misure anti pandemia - con bar e ristoranti chiusi alle 18 - frenano. Per stapparlo, ricorda la Coldiretti, bisogna aspettare domani: il “déblocage” tricolore arriva in anticipo di tre settimane rispetto al concorrente Beaujolais Nouveau francese, che si potrà invece assaggiare solo a partire dal 19 novembre 2020. Leggero e con bouquet aromatico il “vino da bere giovane” deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione fondato sulla fermentazione carbonica di grappoli integri di uve, che vengono poi spremute a distanza di una decina di giorni per un vino delicato che di solito si attesta sugli 11 gradi, ma che può raggiungere anche i 12.
Il vino Novello - continua la Coldiretti - viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come i funghi o le caldarroste che quest’anno fanno registrare un raccolto in anticipo grazie ad un mese di settembre particolarmente caldo che ha favorito la maturazione e una produzione nazionale di qualità per oltre 35 milioni di chili, in crescita rispetto allo scorso anno. Ma è un vino che si abbina bene anche con salumi e formaggi. Il novello, con la tecnica della macerazione carbonica che è più costosa del 20 % su quelle tradizionali, è un vino dallo stile “spremuto e bevuto”, con una limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco di 6 mesi. La tradizione vuole che l’apertura del novello - conclude la Coldiretti - si festeggia a San Martino, l’11 novembre, giorno in cui da sempre i contadini chiudono la stagione dei raccolti e fanno il bilancio di un anno di lavoro.
In Francia, il novello è nato nella zona del Beaujolais, con i vignaioli locali che sfruttano le meno pregiate uve Gamay della Borgogna meridionale per ottenere il Beaujolais nouveau. La produzione italiana è invece basata da sempre sulle uve dei grandi territori del vino, registrando lungo la Penisola una rapida espansione, e toccando il picco di 17 milioni di bottiglie dieci anni fa, per poi ritagliarsi una stabile nicchia di consumo con le 3,5 milioni di bottiglie attuali.
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