Un anno sicuramente difficile per il vino mondiale, e WineNews lo ha scritto più volte, complice una serie di fattori che vanno dagli effetti dell’ inflazione alle tensioni internazionali, dai cambiamenti climatici ai dazi (come quelli della Cina nei confronti dell’ Australia) e poi l’ aumento dei costi, dall’ energia ai carburanti, senza dimenticare quel processo in atto che vede nel cambiamento dei consumi, forse la sfida più complessa che il settore si trova ad affrontare. Ma è anche vero che i numeri vanno analizzati a tutto tondo e superare il 2022, anno record, era impresa ardua per il vino che in un 2023 complicato ha dato, tutto sommato, segni di vitalità, ad iniziare dalla categoria degli spumanti. Un trend confermato anche dai dati iniziali del 2024, che vede per l’export del vino italiano, nei primi due mesi, +9,5% in valore e +8,2% in volume sullo stesso periodo 2023. Tornando al dato complessivo del 2023, riporta, l’ Observatorio Español del Mercado del Vino (Oemv), analizzato da WineNews, il commercio mondiale di vino è diminuito del 6,5% in volume, fermandosi a 9,8 miliardi di litri (-679 milioni). In termini di valore c’ è stato invece un calo del 4,7% e quindi a 35,9 miliardi di euro (-1,7 miliardi) con il prezzo medio che è aumentato leggermente dell’ 1,9% sul 2022, in parte a causa della pressione inflazionistica, con 3,66 euro al litro, un record. Esattamente come già successo nel 2009 (nel periodo della “Grande recessione”) e nel 2020 (Covid), gli anni di crisi economica globale non risparmiano nemmeno il vino.
Nel 2023 tutte le tipologie di vino sono diminuite in volume, anche se spumanti e bag in box sono cresciuti dello 0,8% in valore. Il vino imbottigliato è stato quello che ha registrato il calo maggiore in termini assoluti, ma conserva il proprio ruolo da “guida” con il 52% del volume e il 67% del valore totale. Lo sfuso è l’unico che è sceso di prezzo sul 2022, anno in cui era comunque aumentato molto è il protagonista positivo del commercio mondiale del vino negli ultimi anni. Molto bene, invece, lo spumante che ha registrato un leggero incremento (0,8%) in valore nel 2023, fino a raggiungere il suo massimo storico, avvicinandosi agli 8,9 miliardi di euro (+70 milioni) anche se il suo volume è diminuito del 4% su un 2022 record, scendendo a 1,07 miliardi di litri (-45 milioni), con un prezzo nella media che supera il resto delle categorie, fino a 8,27 euro/litro (+5%), il più alto della serie storica (il precedente record risaliva al 2007 con 7,91 euro/litro).
Nel suo insieme, tra i 13 principali mercati del vino, in valore, il segno è negativo per quasi tutti. Solo i Paesi Bassi (+0,8% in valore e +0,5% in volume) sono cresciuti in entrambi gli indici. Gli Stati Uniti sono quelli ad aver ridotto maggiormente le proprie importazioni di vino nel 2023, fermandosi a 806 milioni di euro e 206 milioni di litri, raggiungendo 6,18 miliardi di euro (-11,5%) e 1,22 miliardi di litri (-15%). Rimane il principale mercato mondiale per il vino in valore, ma è superato da Germania e Regno Unito in volume. La Germania diventa quindi il primo mercato mondiale in volume, con 1,36 miliardi di litri (-0,5%), mantenendosi al terzo posto in valore, con 2,67 miliardi di euro (-4%). Il Regno Unito, secondo mercato in valore con 4,8 miliardi di euro, perde il 3% (-158 milioni di euro) e il 5% in volume (-67 milioni di litri), attestandosi a 1,23 miliardi di litri. Spiccano le perdite registrate dal Canada (-321 milioni di euro e -43 milioni di litri) e dalla Cina (-297 milioni di euro e -88 milioni di litri) che contribuiscono al calo complessivo del commercio mondiale di vino.
La somma di Italia, Spagna e Francia ha rappresentato, nel 2023, il 56% del volume ed il 63% del valore totale del vino esportato nel mondo. Il Belpaese resta il principale esportatore mondiale di vino in volume, con 2,13 miliardi di litri (-1%), seguito dalla Spagna 2,08 miliardi di litri (-2,9%) e dalla Francia con 1,27 miliardi di litri (-8,7%). L’Italia è il Paese sceso di meno in volume, con un calo di 21 milioni di litri sul 2022, contro i 62 milioni della Spagna ed i 122 milioni della Francia che, in questo secolo, aveva fatto peggio soltanto nel 2009. Nonostante si allontani dall’ Italia e dalla Spagna in termini di volume, la Francia mantiene però la sua notevole leadership in valore, con 11,97 miliardi di euro (-2,7%), il secondo miglior dato della sua storia, dopo i 12,3 miliardi di euro del 2022, perdendo, quindi, 330 milioni di euro. Segue a distanza l’Italia con 7,77 miliardi di euro (-64 milioni, -0,8%) ed ancora da più lontano la Spagna che tocca i 2,96 miliardi di euro (-2,6% equivalenti ad una riduzione di 78 milioni di euro).
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