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MISURE DI SOSTEGNO

Nel Dl Agosto il bonus consumi: 3 miliardi di euro e uno sconto del 20% in bar, ristoranti e negozi

Vincolato all’utilizzo di bancomat e carte di credito, sarà in vigore da settembre a dicembre. Probabile aumento per i centri storici cittadini
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La ristorazione riparta dalle piazze di città e borghi

Prende forma il bonus consumi, la misura che il Governo sarebbe pronto a mettere in campo, inserendola nel Dl Agosto, per far ripartire i consumi e contrastare la crisi economica, con uno stanziamento di 3 miliardi di euro, che andrebbe a costituire uno sconto del 20%, a carico dello Stato, per consumi in bar e ristoranti, ma anche acquisti nei negozi di abbigliamento e di elettrodomestici. Il rimborso, secondo i rumors delle ultime ore, pensato anche per imprimere un’accelerazione verso il passaggio dal contante alle transazioni elettroniche, come elemento parte della lotta all’evasione, arriverà direttamente sul conto corrente dei cittadini, ma soltanto in caso di pagamenti effettuati con bancomat o carte di credito.
Il bonus entrerebbe in vigore dal 1 settembre e fino alla fine dell’anno, con il meccanismo di rimborso che, invece, potrebbe essere mensile. Tra le ipotesi allo studio, caldeggiata dal Ministro della Cultura Dario Franceschini, anche quella di aumentare lo sconto per acquisti e consumi effettuati in negozi o attività di ristorazione presenti nei centri storici,
lontano dai grandi centri commerciali, dove le attività commerciali soffrono di più il calo dei consumi, portando al 25%. “Da oltre un mese con il mio staff al Ministero dello Sviluppo Economico stiamo lavorando a un progetto per il rilancio del commercio e delle filiere produttive più in crisi a causa dell’emergenza da Covid-19, attraverso un sistema di incentivi al consumo”, spiega la sottosegretaria allo Sviluppo Economico Alessia Morani. “Abbiamo individuato i settori più in sofferenza, come arredo, abbigliamento e calzature, ristorazione, solo per fare alcuni esempi”, aggiunge Morani. “La misura avrà un meccanismo di utilizzo semplice, che consentirà di immettere nel sistema immediata liquidità e avrà un effetto benefico su imprese, commercianti e consumatori”, sottolinea la Sottosegretaria.
Intanto, se la proposta piace molto alla Fipe/Confcommercio, convince meno la Coldiretti, che vorrebbe vincolarla a chi utilizza prodotti 100% made in Italy per sostenere l’intera filiera agroalimentare nazionale, dal campo alla tavola, duramente colpita dalla crisi economica, dal crollo del turismo e dal drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa provocati dall’emergenza Coronavirus. L’organizzazione agricola, in questo senso, ricorda come, a causa della pandemia, i consumi extradomestici per colazioni, pranzi e cene fuori casa sono stimati in calo del 40%: un duro colpo per l’economia nazionale, con la spesa degli italiani per mangiare fuori casa prima dell’emergenza Coronavirus che - riferisce la Coldiretti - era pari ad 86 miliardi, 1/3 del totale dei consumi alimentari nazionali. In gioco - sottolinea la Coldiretti - c’è una filiera che offre lavoro a 3,6 milioni di persone e coinvolge 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari e 230.000 punti vendita in Italia, oltre a 330.000 imprese impegnate nella ristorazione, tra bar e ristoranti con la vendita di molti prodotti agroalimentari nazionali che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione - conclude la Coldiretti - rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

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