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BILANCIO

Nel Monferrato il 2020 non si chiude in tragedia, e l’imbottigliato cresce dello 0,4% sul 2019

Filippo Mobrici, alla guida del Consorzio: “comparto solido, che ha retto l’urto grazie alla capacità e al lavoro delle aziende”
2020, BARBERA, BILANCIO, FILIPPO MOBRICI, MONFERRATO, Italia
I filari di Barbera nel Monferrato

Lockdown, stop agli spostamenti e sostanziale blocco del canale Horeca. Misure che, nel 2020, hanno inflitto colpi durissimi al comparto del vino, i cui consumi sono strettamente legati alle occasioni di incontro e di scambio, come dimostrato da indagini e analisi statistiche che registrano un importante calo economico del settore, con cali dei consumi e previsioni incerte per quanto riguarda il futuro economico e produttivo del settore. Ma esistono delle eccezioni. Che, oltre a fotografare lo stato di salute di certe realtà, ricordano l’importanza di ripartire con nuovi slanci e nuove prospettive. Una di queste è il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che chiude il 2020 con numeri che mostrano uno scenario incoraggiante per il Monferrato del vino. Nel 2020 l’imbottigliato cresce dello 0,4% sul 2019, a quota 66 milioni di bottiglie, mentre restano pressoché invariati i numeri della vendemmia, con un potenziale di 536.393 ettolitri di vino prodotti. Se il primo dipende dal mercato e dalle sue richieste - entrambi di buona tenuta, come dimostra la corrispondente decrescita delle giacenze - la seconda si conferma stabile anche in relazione alle condizioni climatiche del periodo antecedente alla vendemmia stessa.
Emerge l’imbottigliato della Barbera d’Asti Superiore, con un incremento del 2,1% e un aumento di 1 milione di bottiglie in cinque anni, segno di un prodotto sempre più apprezzato, con quote importanti negli Stati Uniti e in Nord Europa, dove i prodotti affinati continuano a riscuotere grande interesse. Bene il Nizza (+4%) e il Ruché di Castagnole Monferrato, a quota un milione di bottiglie.
“La nostra previsione si è dimostrata corretta: il Monferrato del vino, malgrado le grandi difficoltà legate all’emergenza sanitaria, ha dimostrato un’ottima tenuta - commenta Filippo Mobrici, Presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato - e i numeri confermano la solidità del nostro comparto di riferimento, che ha retto all’urto di questi mesi grazie alla capacità e al lavoro delle aziende, ormai ben piazzate sui mercati e sui consumi, sempre più attente a garantire il massimo profilo qualitativo del vino. Le nostre Docg - Barbera d’Asti, Nizza, Ruchè di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri - si mantengono stabili e, in certi casi, registrano incrementi importanti. Un risultato che incorona il percorso intrapreso negli ultimi anni. Imprese consolidate e giovani produttori hanno capito il valore del nostro territorio e del nostro vino, arrivando a rappresentare una garanzia per gli investimenti che interessano tutto il nostro mondo. E questo lancia un grande messaggio di speranza che cogliamo per rinnovare i nostri obiettivi: quelli di garantire reddito e valore ai viticoltori, ma anche di continuare a raccontare il nostro territorio e le sue molte eccellenze”.

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