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PREMIO GAVI 2020

Nel rilancio dell’Italia, l’offerta enoturistica gioca un ruolo chiave. I player? I Consorzi

Così uno studio dell’Università Bocconi per il Consorzio del Gavi. Magda Antonioli: l’80% dei Consorzi comunica il territorio e promuove l’enoturismo

Nel rilancio dell’Italia dopo l’emergenza Covid, l’offerta enoturistica dei territori gioca un ruolo chiave. E se a fare la differenza saranno la coesione sociale e la promozione integrata, i Consorzi del vino italiano, rappresentanti delle Denominazioni, grandi e piccole, famose ed emergenti, che sono motore economico ma anche sociale del Paese, possono ancora di più essere player di riferimento per tutto il territorio anche per la ripartenza del turismo, contribuendo al rilancio dell’enoturismo. “L’80% dei Consorzi dedica spazi alla comunicazione del proprio territorio e vede nell’enoturismo un’opportunità importante per il comparto vitivinicolo in cui devono giocare un ruolo significativo. Ma c’è ancora da lavorare per incidere significativamente, attraverso azioni integrate on e offline, sull’offerta enoturistica dei territori”. A dirlo Magda Antonioli, direttrice della Laurea Specialistica Acme (Economics and Management in Arts, Culture, Media and Entertainment) dell’Università Bocconi, responsabile dello studio “Enoturismo: i Consorzi del vino e il territorio” - e di cui questa è un’anticipazione - commissionato dal Consorzio Tutela del Gavi, per il Premio Gavi La Buona Italia 2020, edizione n.6, e dedicato ai Consorzi di Tutela del vino italiano. Il loro sentiment? Il breve periodo non sarà roseo a causa della riduzione delle vendite sul canale ho.re.ca. e della diminuzione dei visitatori (più sentita da chi lavora in prevalenza coi mercati esteri), mentre sul medio periodo si registra un’incertezza diffusa legata alla fluidità della situazione ed alle normative che saranno emanate per fronteggiarla.
Individuare e condividere le pratiche virtuose già in atto è l’obiettivo del Premio Gavi - promosso con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero delle Politiche Agricole, Uiv-Unione Italiana Vini, Federdoc, Enit e Città del Vino - che, attraverso il Laboratorio Gavi e il suo Comitato di indirizzo, per la prima volta in Italia ha mappato le attività web, social e digitali dei 124 Consorzi Italiani del vino fotografando lo stato dell’arte e selezionando le attività più efficaci in chiave di enoturismo. Il risultato è una Short List di 20 Consorzi nomination per il Premio: dai Vini d’Abruzzo ai Vini Alto Adige, dalla Barbera d’Asti e Vini del Monferrato alla Doc dei Vini di Breganze, dai Vini Doc Castel del Monte al Chianti Classico, dai Vini del Collio al Conegliano Valdobbiadene Prosecco, dal Franciacorta al Garda Doc, dal Lambrusco di Modena ai Vini Montefalco, dal Nobile di Montepulciano al Vino Doc Orcia, dal Roero ai Vini Soave e Recioto di Soave, dall’Igt Valcamonica ai Vini Valpolicella, da Vini della Valtellina alla Vernaccia di San Gimignano. Tra questi, la Giuria - composta da esponenti dell’agroalimentare, della tecnologia, dell’informazione (tar cui WineNews, con il direttore Alessandro Regoli), del marketing e della comunicazione d’impresa e del turismo - selezionerà un Primo Premio e due Menzioni Speciali (che verranno assegnati entro la prima metà di luglio 2020, ndr).
Tornando alla studio - realizzato dal Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi di Milano, in collaborazione con The Round Table e Federdoc, e condotto attraverso una survey online ad aprile e maggio 2020 - ha l’obiettivo di comprendere il punto di vista, l’interesse (anche da parte delle aziende) e le strategie messe in campo dai Consorzi italiani in materia di enoturismo, anche in ottica futura e come driver di ripartenza. Un focus ad hoc è dedicato all’attività di promo-comunicazione online: il digitale è infatti un canale sempre più importante per stabilire e mantenere una relazione diretta con il proprio cliente. Non meno importante la pronta reazione all’attuale emergenza di alcuni Consorzi che si fanno aggregatori dell’e-commerce, dedicando spazi visibili e link diretti alle cantine che vendono online. Molteplici sono poi i segnali che suggeriscono come le esperienze all’aria aperta ed in particolare quelle legate all’enogastronomia saranno tra le più ricercate dalla domanda. Diversi sono i Consorzi che ritengono si apriranno nuove opportunità per coloro che mostreranno creatività e voglia di fare, a patto che si sfruttino i prossimi mesi per strutturare, laddove non ancora presente, una “territorialità” dell’offerta. Pochi dipendenti, che non consentono spesso di avere figure professionali dedicate e vincoli/scarsità di budget, sono le principali cause che non permettono ai Consorzi italiani una maggiore incisività su questo fronte. Pochi rilevano le presenze (e beneficiano di conseguenza di una prima profilazione della domanda); pochi offrono ai loro associati e ai loro dipendenti formazione in materia di enoturismo o destination marketing; pochi danno spazio sul proprio portale all’offerta enoturistica dei propri associati.
“La competitività enoturistica delle aziende è frutto anche del gioco di squadra tra Denominazioni e territorio - sottolinea Roberto Ghio, presidente del Consorzio del Gavi - i Consorzi contribuiscono a creare e rafforzare la peculiare reputazione del comprensorio, rappresentata da un insieme di elementi quali natura, vino, personaggi, storia, tradizioni, innovazione. Questo lavoro integrato ricade positivamente sulle singole aziende che possono così concentrare i loro sforzi sull’ottimizzazione dell’accoglienza, oltre naturalmente sulla produzione vinicola”.

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