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Nella settimana di Bordeaux en primeur, le aspettative e le speranze di un’annata, la 2015, che si preannuncia molto buona, ma non eccezionale, figlia di un insolito andamento climatico, con il solito nervosismo che serpeggia sul fronte dei prezzi

Italia
Bordeaux en primeur annata 2015: molto buona, ma non eccezionale

Tra gli appuntamenti più attesi dalla critica enologica mondiale, archiviate le anteprime delle nuove annate in commercio dei grandi territori del Belpaese, c’è Bordeaux en primeur, che svela l’ultima, attesissima, produzione, la 2015. Che deve però fare i conti con un trend tutt’altro che positivo, almeno in termini di prezzo, perché cinque delle ultime otto campagne si sono rivelate un investimento sbagliato, con il valore delle etichette di Bordeaux che, negli anni, non ha fatto che scendere sul mercato secondario. Ecco perché, al di là dell’aspetto qualitativo, che pure si preannuncia molto buono, è sul fronte dei prezzi che serpeggia nervosismo: se qualche Château decidesse di tagliare sensibilmente il prezzo d’uscita, infatti, rischierebbe di tagliare le gambe l’intera campagna.
I segnali, come detto, fanno pensare ad una buona annata: l’andamento è stato un po’ insolito per Bordeaux, con il periodo della fioritura seguito da diverse settimane di sole, caldo e siccità, interrotte dalle abbondanti piogge di agosto, che hanno mollato la presa solo a settembre, anche se le denominazioni più a Nord dell’Haut Médoc, come Pauillac e Saint-Estèphe, hanno dovuto fare i conti con qualche giorno di umidità in più di quelle a Sud. “È stato un anno straordinario - ha detto al magazine Uk “Decanter” (www.decanter.com) il négociant Edouard Moueix - tanto che in Charents si sono persino abbattuti tornado”. Il morale è alto, specie sulla rive droite: “sono qui da 15 anni - racconta ancora a “Decanter” Emmanuel de Saint Salvy, general manager di Bellefont-Belcier - e questa è la miglior annata che abbiamo mai prodotto”.
Una delle incognite maggiori era legata proprio alla siccità, che ha tormentato, tra gli altri, Pauline Vauthier di Château Ausone, Premier Grand Cru Classé di St-Emilion: “ero preoccupata dalla mancanza d’acqua, poi le piogge di agosto si sono rivelate una vera manna dal cielo, la vendemmia è andata via senza problemi, in condizioni perfette. Anche il blending è stato semplice, perché ogni botte ha avuto un’evoluzione ottimale, ma non sarà, come qualcuno dice, l’annata del secolo”. Diverso, come detto, l’andamento a Saint-Estèphe, con la vendemmia preceduta dalla pioggia che, come racconta Laurent Dufau, di Calon Segur, “non ha giovato al Merlot ed al Cabernet Franc, mentre a goderne è stato il Cabernet Sauvignon. Alla fine, è andato tutto bene, ma certo non c’è il livello di omogeneità della 2009 o della 2010”.
Dal punto di vista tecnico, per il consulente Stephane Derenoncourt, “è stata un’annata semplice, che mi è piaciuta molto perché mi ha permesso di essere particolarmente creativo, con una vendemmia particolarmente lunga. Se la 2010 era caratterizzata da maturità ed acidità, la 2015 è sintetizzabile in matura e fresca, per la quale non ci sarà bisogno di attendere 10 anni prima di goderne i risultati”. Freschezza evidenziata anche dal fronte binachista, quello dei produttori di Sauternes, particolarmente preoccupati, all’inizio, dall’eccessiva siccità di inizio estate. I primi assaggi, inoltre, suggeriscono una grande caratterizzazione e differenziazione dettata da suoli e posizioni diverse, in sostanza, dai differenti terroir, che “è possibile identificare con grande facilità”, almeno secondo Stephane Derenoncourt, che a bordeaux lavoro con più di 50 aziende diverse, per lo più sulla rive droite, ma anche qualcuna della rive gauche. Varietà particolarmente apprezzata da Olivier Bernard, a capo di Domaine de Chevalier e dell’Unions des Grands Crus.
Tornando al capitolo prezzi, in molti stanno rispolverando il mantra che vuole l’occasione giusta, in una grande annata, tra i piccoli produttori, ma è anche vero che ci saranno, con ogni probabilità, ottimi vini anche ad un prezzo di 10 euro o poco più. Per quanto riguarda i big, invece, i wine merchant si aspettano come minimo lo stesso livello della campagna 2014, “ma è più probabile che siano superiori, anche se molto dipende da quello che emergerà dagli assaggi di questi giorni”, chiosa il presidente Olivier Bernard. Se ne saprà di più a tempo debito, non prima di maggio, anche se il Vinexpo Asia Pacific, di scena ad Hong Kong dal 24 al 26 maggio potrebbe spostare qualche uscita ancora più avanti.

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