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NELLO SPAZIO I PRODOTTI TIPICI MANDANO IN PENSIONE LE PILLOLE GAGARIN

“I tempi sono cambiati anche nello spazio e la lontananza dalla terra sarà meno dolorosa per gli astronauti grazie alla possibilità di gustare prodotti tipici Made in Italy attentamente selezionati come la ricotta laziale, le olive di Gaeta, i tozzetti di Viterbo, il miele monoflora di eucalipto della Pianura Pontina, la caciottina di bufala, il pecorino della Sabina, il torroncino di Alvito, le nocciole di Monti Cimini e il biscotto di Sant'Anselmo”.

Lo afferma la Coldiretti, dopo l’aggancio con successo della navetta russa Soyuz alla Stazione Spaziale Internazionale, nel sottolineare che tra gli impegni della nuova missione una particolare rilevanza riveste l’esperimento denominato Food Tray in Space (FTS o "vassoio") che riguarda la progettazione di un “vassoio” grazie al quale incrementare la varietà di cibi da inviare nello spazio, identificando nuovi alimenti di qualità (tipici e tradizionali) da servire agli astronauti. Per la dieta nel cosmo - riferisce la Coldiretti - sono state infatti messi a disposizione prodotti tradizionali di grande prestigio e gusto, compresi tra i 4.008 censiti dalle Regioni e inseriti nell'Albo nazionale perché ottenuti secondo metodi praticati sul territorio per almeno 25 anni, grazie ad un accordo tra Regione Lazio e Agenzia spaziale russa per un rapporto di collaborazione in campo spaziale.

Tutte specialità che - sostiene la Coldiretti - dovrebbero risultare particolarmente gradite al viterbese Roberto Vittori che è sempre rimasto legato alla terra, all’agricoltura, al territorio e alle produzioni agricole della Tuscia forse anche perchè il padre Vittorio è un agricoltore attivo, socio della Sezione di Bomarzo della Coldiretti di Viterbo. Non sarà dunque difficile per l’austronauta italiano mettere d’accordo almeno sul menu’ a tavola i suoi due colleghi Sergei Krikalev, dell'Agenzia spaziale russa Roscomos, e l'americano John Phillips, della NASA.

Forse - auspica la Coldiretti - si avvicina il giorno in cui andranno in pensione le famigerate pillolette dei tempi di Gagarin che contenevano tutto l’occorrente in proteine, glucidi e lipidi e avrà via libera una dieta sicuramente più attraente, basata su prodotti alimentari di qualità.

E l’Italia - precisa la Coldiretti - è il Paese al mondo più importante per le … diete spaziali dal momento che vanta la leadership in Europa per quanto riguarda le denominazioni di origine protette, potendo contare su 148 prodotti (il 20% del totale comunitario) che possono fregiarsi del marchio a denominazione di origine (Dop o Igp). Il valore al consumo dei prodotti a denominazione di origine nazionali è pari a 8,5 miliardi di Euro (1,5 miliardi le esportazioni). In base all’accordo italo-russo sulla Stazione Spaziale Internazionale verrà sviluppato un progetto che - continua la Coldiretti - porterà anche a studiare la possibilità futura di coltivare nello spazio piante destinate all'alimentazione, con due ricerche chiamate “Space Beans (SBS)” o “Semi”, esperimento, progettato dalla società Azimuth, educativo della germinazione in assenza di gravità di alcuni semi di fagiolo e “Seedling (SED)” o “Germinelli”, sistema, seguito dall’Università della Tuscia di Viterbo, per la produzione di germinelli di ortive per l'alimentazione umana.

E nello spazio sembra voleranno anche piccole piantine di viti con due vitigni tipici del Lazio come la Malvasia e il Cesanese (la Malvasia puntinata è il vitigno di base del vino Frascati) per verificare gli effetti della microgravità sulle tecniche di gemmazione e di coltivazione. L’impegno nella sperimentazione è importante per l’Italia che è il secondo Paese produttore di vino in Europa e può contare - conclude la Coldiretti - su un patrimonio di oltre 400 vini Docg, Doc e Igt, che rappresentano il 60% della produzione nazionale di vino che genera un fatturato complessivo di circa 8 miliardi di Euro e un valore delle esportazioni superiore ai 3 miliardi di Euro, la principale voce dell'export agroalimentare nazionale.

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