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VINO & SALUTE

Nell’Oltrepò Pavese gli scarti del vino diventano prodotti cosmetici

Via al progetto, due anni di studio, di Università di Pavia e cantina Terre d’Oltrepò. Il presidente Giorgi: alternativa economica per il territorio
COSMESI, TERRE D'OLTREPO', UNIVERSITÀ DI PAVIA, vino, Italia
La Cantina di Broni di Terre d'Oltrepò

Se bere con moderazione, magari un bicchiere al giorno, è un consiglio salutista e una buona pratica contro la depressione (a dirlo una ricerca svedese del 2019), anche gli scarti del vino possono essere preziosi per la salute del proprio corpo. L’ultimo esempio di questa “agricosmesi”, pratica che include altri prodotti come l’olio, il limone o la birra, arriva dall’Oltrepò Pavese, dove la cantina Terre d’Oltrepò, il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia e il suo spin-off Etichub hanno avviato un progetto di valorizzazione dei sottoprodotti dell’industria vitivinicola per ottenere, dagli scarti della pigiatura dell’uva, ingredienti per uso cosmetico. L’iniziativa avrà una durata stimata di 24 mesi e sarà suddivisa in 5 fasi principali, che vanno dalla lavorazione dei sottoprodotti fino allo sviluppo dei prodotti veri e propri. Un progetto “green”, perché prevede l’utilizzo di ingredienti sostenibili e a km 0, che punta anche a trovare alternative economiche all’Oltrepò Pavese.
“In questo modo sarà possibile rendere fruibili degli ingredienti naturali, sostenibili e funzionali alla filiera cosmetica, originando un nuovo settore di sviluppo economico per il territorio”, spiega il presidente di Terre d’Oltrepò, Andrea Giorgi.
Il residuo della lavorazione dell’uva comprende buccia, vinaccioli (semi) e graspi e presenta una composizione chimica variabile, a seconda di diversi fattori come il clima, il luogo della loro provenienza e la varietà del vitigno. I semi d’uva sono ricchi di antiossidanti fenolici, mentre le bucce contengono abbondanti antociani, che sono i responsabili della colorazione. “I composti fenolici e i costituenti lipofili come gli acidi grassi essenziali e le vitamine, oltre che le proteine, i carboidrati non digeribili e gli antiossidanti non fenolici come tocoferoli e beta-carotene che sono contenuti nei sottoprodotti della lavorazione dell’uva - si legge nel progetto presentato dall’Università di Pavia e da Etichub, di cui è direttore scientifico la dottoressa Paola Perugini - possono assumere una notevole importanza economica per il territorio dell’Oltrepò per le possibili applicazioni nell’industria farmaceutica, cosmetica e alimentare”.

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