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Nessuna sorpresa da sessione plenaria Arev (Assemblée des Régions Européennes Viticoles), di scena in Repubblica Ceca, che ha riconfermato alla guida il presidente del Piemonte Chiamparino. La sede si trasferisce da Châlons-en-Champagne a Bruxelles

Nessuna sorpresa dalla sessione plenaria dell’Assemblée des Régions Européennes Viticoles (Arev) di scena nei giorni corsi nella Moravia meridionale, in Repubblica Ceca, che ha riconfermato alla guida dell’Assemblea che rappresenta, sia per l’aspetto politico sia per quello interprofessionale, 75 regioni viticole dell’Unione Europea e di altri Paesi extra Ue del continente, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, all’unanimità, per i prossimi due anni, con al suo fianco il lussemburghese Aly Leonardy, presidente del collegio professionale Cepv e Justin Vogel, come tesoriere. Via libera anche al trasferimento della sede Arev da Châlons-en-Champagne a Bruxelles, anche e soprattutto per avvicinarsi al centro del potere europeo (www.arev.org).

Rinnovando il loro interesse per i valori di solidarietà, cultura comune e tutela dei valori fondamentali, come il sistema europeo di denominazioni d’origine e d’indicazioni geografiche che garantisce oramai da decenni qualità e sicurezza per i consumatori, i delegati Arev hanno sottolineato la necessità di prestare particolare attenzione e mobilizzarsi su argomenti vitivinicoli d’attualità (semplificazione amministrativa dei regolamenti vitivinicoli e Ttip). L’assemblea ha, inoltre, adottato, all’unanimità, una risoluzione forte, elaborata sotto l’egida di Ettore Ponzo, Presidente della Commissione ad-hoc, che esorta i responsabili politici europei a prendere misure di sostegno per compensare gli handicap naturali che influiscono, la viticoltura a forte pendenza mettendo la sua sopravvivenza in serio pericolo.

I principali interventi, come racconta un comunicato dell’Arev (Assemblée des Régions Européennes Viticoles), sono stati a proposito dei lavori sulla “semplificazione amministrativa” del regolamento vitivinicolo lanciata dalla direzione generale dell’Agricoltura a dispetto delle rassicurazioni date dal Commissario Phil Hogan davanti al Parlamento Europeo. I delegati sospettano che gli accordi politici conclusi durante l’ultima riforma dell’Ocm Vino del 2008 siano stati rimessi in causa. Inoltre è stato riaffermato il loro attaccamento incondizionato alla protezione delle denominazioni d’origine e delle indicazioni geografiche, oltre che alle menzioni tradizionali europee nei negoziati sugli accordi di libero scambio con gli Usa (Ttip), che è ancora oggetto di opposizione da parte degli americani.

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