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Niente shopping di vino on line per gli enonauti: gli appassionati di Internet preferiscono acquistare personalmente le bottiglie in cantina o in enoteca
a cura di WineNews

Sondaggi & Tendenze
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Internet non serve a vendere bottiglie: il fatturato delle vendite on line di bevande alcoliche (vino, birra e superalcolici), in Europa, dovrebbe aggirarsi quest’anno sui 240 milioni di euro; se si mettono in relazione all’intero mercato europeo di bevande alcoliche (75 miliardi di euro) si scopre che le vendite su Internet si attestano su un misero 0,32% del totale (fonte: Forrester Research, società statunitense di ricerche di mercato). Non va meglio se si prende in considerazione il mercato mondiale: sono poco più di 1 milione le bottiglie di vino vendute, nel 2002, attraverso Internet in tutto il mondo (fonte: Nomisma); si tratta di volumi ancora molto ridotti, che corrispondono solo a circa lo 0,005% del totale del vino commercializzato off trade (esclusi quindi hotel, bar e ristoranti) nell’intero pianeta.
Dati e tendenze confermati anche da un recente sondaggio che www.winenews.it, uno dei siti più “cliccati” di informazione sul vino, ha condotto tra i suoi 8.800 enonauti, a dimostrazione che l’acquisto di vino sul web stenta ancora a decollare in Italia: il 72% del target - composto da appassionati del buon bere di cultura medio-alta ed elevato livello economico, che vantano una quotidiana frequentazione di Internet, per lavoro o nel tempo libero - afferma di non compiere mai acquisti di vino on line (contro un 24% che invece dichiara di averci provato qualche volta). Solo un modesto 4% degli enonauti è abituato ad approvvigionare regolarmente la propria cantina attraverso il computer. E la maggioranza di chi acquista vino on line spende mediamente da 100 a 200 euro all’anno (64% degli enonauti); il 27% investe da 200 a 500 euro all’anno; il 6% da 500 a 1000 euro all’anno; il 3% meno di 100 euro all’anno. Le buone ragioni per acquistare bottiglie on line sono, tra le altre, la comodità (31%), la convenienza economica (29%), la maggiore disponibilità di etichette (26%).
Ma se gli acquisti di vino non prendono piede su Internet, un’enorme rilevanza è attribuita al web dagli enonauti in termini di immagine e promozione delle aziende. Al quesito su quanto sia importante per un’azienda vitivinicola disporre di un sito web efficace ed accattivante, il 76% ha risposto moltissimo, il 15% abbastanza e solo il 9% poco o per niente. Un segnale importante per le cantine italiane, che ancora scontano un approccio artigianale ad Internet, con siti dalla concezione arcaica e ormai superata: siti-vetrina, siti-brochure, siti mai aggiornati nei contenuti, che nulla hanno a che vedere con la cura e la professionalità profuse nel web dalle grandi cantine francesi, californiane ed australiane. Insomma, se Internet non serve (ancora) per vendere il vino, perché i consumatori scelgono canali più tradizionali e dal maggiore appeal emotivo - privilegiando il contatto diretto con il produttore ed il territorio, la possibilità di toccare con mano le bottiglie, la presenza di un esperto che consigli ed orienti l’acquisto - va registrata un’influenza sempre più rilevante del web nella percezione che i consumatori hanno di una cantina e dei suoi prodotti.

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