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NO ALLA GRAPPA “FAI DA TE”: COSI’ LE DISTILLERIE ARTIGIANE VICENTINE BOCCIANO IL DISEGNO DI LEGGE CHE LIBERALIZZA LA PRODUZIONE DI GRAPPA E ACQUAVITE

No alla proposta della produzione di grappa fai da te: così le distillerie artigiane vicentine bocciano il disegno di legge che liberalizza la produzione di grappa e acquavite, che consentirebbe a chiunque la produzione, in proprio, di grappa destinata all’autoconsumo o a degustazioni occasionali. Secondo i distillatori vicentini, esistono già norme che regolano le micro-produzioni e si tratterebbe di una sovrapposizione con conseguenze pericolose, anche per i consumatori.

“La contrarietà - sottolinea il presidente delle aziende artigiane alimentari vicentine Ruggero Garlani - è a prescindere dal mero interesse corporativo. Vi sono considerazioni relative agli aspetti sanitari, a quelli qualitativi - l’Unione Europea ha riconosciuto lo status di Indicazione Geografica alla grappa e vi sono rigide regole da rispettare - e, infine, a quelli fiscali”.

“La grappa, come altri distillati - prosegue Garlani - deve infatti essere distillata professionalmente per eliminare il rischio che contenga alte dosi di alcol metilico, dannoso per la salute. Per garantire l’assenza di questo e di altri componenti, i distillatori sono obbligati a sottoporre ogni partita ad analisi nei Laboratori delle Dogane. Senza controlli, come si potrà permettere che produttori fai da te possano utilizzare l’Indicazione Geografica di Grappa per una bevanda della quale non è dato nemmeno sapere come sia stata prodotta? E poi - conclude Garlani - non si vede come si possano esentare questi produttori dal corrispondere gli 8 euro di imposta di fabbricazione per ogni litro di grappa; viene detto che si tratta di pochi litri e destinati ad omaggi, ma 50 litri anidri, quindi mediamente 250 bottiglie di grappa per produttore, sono davvero pochi? Il consumo annuo per famiglia è inferiore ai due litri annui”.

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