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“NON C’È NESSUN TENTATIVO DI CAPIRE I MOTIVI ALLA BASE DI TENDENZE E COMPORTAMENTI GIOVANILI E CON QUESTI DIVIETI SI RISCHIA SOLO DI ALIMENTARE LA TRASGRESSIONE E OTTENERE L’EFFETTO CONTRARIO”: E’ LA RIFLESSIONE DELLA FIPE/CONFCOMMERCIO

“Non c’è nessun tentativo di capire i motivi che sono alla base delle tendenze e dei comportamenti giovanili e con tali divieti si rischia solo di alimentare la trasgressione e quindi ottenere l’effetto contrario. Non c’è nessun tentativo di proporre delle alternative valide che possano aiutare i nostri giovani a crescere in un modo consapevole protagonisti delle loro decisioni responsabili, scongiurando comportamenti autodistruttivi e dannosi alla salute”. E’ la riflessione del vice presidente nazionale Silb-Fipe, associazione imprenditori locali da ballo e di spettacolo, Antonio Flamini, che, spiega, “per questo, prendendo come spunto la questione del consumo degli alcolici, mi permetto di fare alcune riflessioni di carattere più ampio”.

Per il vice presidente Silb-Fipe “la verità è che stiamo togliendo ai giovani la speranza nel futuro e quindi la voglia di approfondire qualunque cosa per capire cosa è giusto o sbagliato, cosa serve veramente e cosa è inutile. Stiamo creando una generazione di confusi, di giovani che non sanno chi sono, che cosa fanno e dove devono andare. Tutti insieme dobbiamo rimboccarci le maniche e percorrere il faticoso cammino dell’educazione della responsabilizzazione e dell’autocontrollo che consenta ai giovani di essere padroni della loro vita.

“Qualunque tentativo di sensibilizzare i giovani contro i comportamenti negativi a favore di quelli positivi è corretto e lodevole - prosegue Flamini - come rappresentante di una categoria di esercenti che vive ogni sera a stretto contatto con le nuove generazioni ho tutto l’interesse che i nostri giovani siano sani e consapevoli delle loro azioni”.

“Il proibizionismo e i divieti - conclude Flamini - fanno parte di un sistema di scarso successo e servono solo a lavare la coscienza alle famiglie che sembrano non avere più nessuna capacità (o voglia) di controllo sui giovani. Proibizionismi e divieti non creano educazione. I giovani sono “materia” delicata e la gestione della loro vita non può essere lasciata in mano a chi è troppo distante da loro. Informazione, prevenzione ed educazione fatte in maniera seria sono l’unica soluzione per responsabilizzare i giovani. Per questo sosteniamo con ogni sforzo iniziative come “Guido con prudenza 2009” intrapresa con il ministero dell’Interno e l’Ania”.

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