02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Non sarà un mercato di riferimento, ma non va snobbato, perché ha del potenziale e vive un periodo di grande crescita: il Messico, nel 2015, ha importato 59,9 milioni di litri di vino, il suo record storico. E l’Italia è al top negli sparkling

Non sarà un mercato di riferimento, ma non merita comunque di essere snobbato, perché ha del potenziale e vive un periodo di grande crescita: il Messico, nel 2015, ha importato 59,9 milioni di litri di vino, la quantità più alta della sua storia, con una crescita del 10,33% in quantità sul 2014, a fronte di un calo, in valore, dell’1,62%, ed un conseguente crollo del prezzo medio. Il mercato messicano, come racconta il portale spagnolo “Vinetur” (www.vinetur.com), sta vivendo una fase di crescita che porta con sé profondi cambiamenti: l’offerta, come accade un po’ su tutti i mercati, è sempre più variegata, specie per quanto riguarda i vini importati, visto lo scarso peso della produzione interna. Aiuta anche la stabilità dell’economia messicana che, in un contesto globale tutt’altro che stabile, è cresciuta del 2,5% nel 2015, nonostante una situazione congiunturale tutt’altro che positiva, con il costo del petrolio in calo, il continuo deprezzamento del peso sul dollaro e la volatilità del mercato finanziario internazionale, che non dovrebbero mettere a repentaglio la crescita anche nel 2016, prevista in un +2,6-3,6%.

Nel 2015, il 70% dei consumi è stato di vini importati, pari, come detto, a 59,9 milioni di litri, per un controvalore in calo per la prima volta, a 200 milioni di dollari, ed un prezzo medio che si attesta, quindi, a 3,74 dollari, il 10% in meno del 2014. Il principale esportatore sul mercato messicano è la Spagna, con una quota del 29,6% in valore (66,5 milioni di dollari) e del 30,34% in volume (18,1 milioni di litri), davanti al Cile, che vanta una quota di mercato del 22,78% (13,64 milioni di litri). L’Italia, invece, deve accontentarsi della sesta piazza, con 1,62 milioni di litri (2,16 milioni di bottiglie) e una quota di mercato pari all’8,13%, ma risulta il primo esportatore per quanto riguarda lo spumante che rappresenta, da solo, il 25%, delle esportazioni di vini italiani in Messico.

Ma c’è ancora tanto da crescere, se si pensa al consumo medio pro capite, che arriva a mala pena da una bottiglia (0,75 litri) l’anno. Il Messico, infatti, è un Paese di 122 milioni di abitanti, ed è senza dubbio un mercato di grandi complessità e contrasti, in cui l’età media è molto bassa, motivo per cui il numero di potenziali consumatori è inferiore a quello ch ci si aspetterebbe. Nonostante ciò, il wine lover messicano non è più soltanto l’uomo di mezza età dal profilo socioeconomico medio-alto e alto, dietro c’è una generazione di giovani, dinamici e curiosi, tutta da conquistare, così come il pubblico femminile, che si sta affacciando solo ora al mercato dal lavoro.

Di certo, per il livello di consumo, che riguarda appena 2,5 milioni di persone (di cui la metà consuma l’80% di tutto il vino venduto nel Paese), in Messico l’offerta è enorme: ci sono in commercio almeno 4.000 etichette diverse, di cui più di 2.000 spagnole, e questo provoca una certa saturazione del mercato, anche se esistono tante diverse nicchie sulle quali puntare e nelle quali crescere. Il rosso, con una quota che supera il 50%, è il più bevuto, seguito da bianco e bollicine, che veleggiano, entrambi, tra il 12% ed il 14%.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli