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ALIMENTAZIONE & SALUTE

Non seguire la Dieta Mediterranea costa 300 euro in più all’anno ad ogni italiano

Fondazione Aletheia: l’incremento del sovrappeso legato a stili nutrizionali errati rappresenta il 9% della spesa sanitaria nazionale
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La Dieta Mediterranea è considerata la migliore al mondo

Fa bene alla propria salute, ma anche all’economia personale e “globale”. Parliamo dell’importanza di mangiare correttamente, seguendo i principi della Dieta Mediterranea, la migliore al mondo, una prassi che, purtroppo, non avviene in “automatico”. Ma le azioni hanno delle conseguenze, considerando che diete e modelli nutrizionali errati costano a ogni italiano 300 euro in più all’anno e incidono sulla probabilità di insorgenza di malattie, causando un duplice rischio: in termini di impatto sulla salute e, più in generale, incrementando i costi economico - sociali, e determinando una contrazione annua del Pil europeo del 3,3%. Una correlazione evidente e su cui riflettere, come dimostra quanto esposto dalla Fondazione Aletheia, nel primo think thank scientifico italiano, nel rapporto “Malattie, cibo e salute”, illustrato, in questi giorni, dal Comitato Scientifico della Fondazione, con il patrocinio e nelle sedi del Ministero della Salute, alla presenza del Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Nel 2023 l’eccesso di peso, secondo il report, ha riguardato il 46,4% della popolazione di maggiore età, rilevando una crescita nell’ultimo ventennio del 7,1% delle persone in sovrappeso e del 36,4% di quelle affette da obesità. A ciò va aggiunto anche un incremento dell’incidenza di diabete che passa dal 6,3% nel 2021 al 6,6% nel 2022 con una crescita negli ultimi venti anni del 65%. Entrando nel dettaglio, l’incremento del sovrappeso legato a stili nutrizionali errati, rappresenta il 9% della spesa sanitaria nazionale e, ad ogni italiano, costa un’extra “tassa” annuale di 289 euro. Come intervenire? Iniziando proprio dalla Dieta Mediterranea, Patrimonio Culturale Immateriale Unesco, capace di inglobare ed esprimere differenti valori di contrasto a questo fenomeno. Da abbandonare, invece, sono i cibi ultra-processati. Il rapporto evidenzia, infatti, come una riduzione del 20% delle calorie assunte da alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale e grassi saturi potrebbe prevenire in Italia 688.000 malattie croniche entro il 2050 e far risparmiare 278 milioni di euro l’anno di spesa sanitaria e quindi circa 7 miliardi nei prossimi 25 anni.
“Assistiamo spesso a disinformazione e strumentalizzazioni - ha spiegato Riccardo Fargione, Direttore di Aletheia - che spingono verso modelli di consumo dannosi per i cittadini. Non possiamo permetterlo in una Paese, come l’Italia, ma neanche a livello globale, per il bene dei cittadini e dei nostri figli. Ed è per questo che con la Fondazione Aletheia ci siamo dotati di un team di medici e scienziati di altissimo profilo”.

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