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VERSO IL FUTURO

Non solo il mercato: il vino guarda con preoccupazione a dazi, salutismo e riforma Pac

I messaggi dall’Europa, in Assemblea Federvini, oggi, a Roma. Con tanti appuntamenti cruciali per il futuro, tra luglio e settembre
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Dazi, salutismo e riforma della Pac: tante sfide per il vino

Il mercato che arretra preoccupa il vino, ma è un ciclo economico che prima o poi passerà e riprenderà a crescere secondo molti, che preoccupa comunque un settore che, negli ultimi 20 anni, è stato abituato soltanto a crescere. E se i dazi sono ad oggi un problema gestibile, tutto sommato, sperando che, dal 9 luglio, quando Trump comunicherà le sue decisioni, mentre i negoziati con l’Unione Europea vanno avanti, quello universale oggi al 10% non aumenti ancora, sul macro scenario si stagliano due minacce, che rischiano di essere ben peggiori: la presentazione del prossimo bilancio Ue, attesa in luglio, che potrebbe stravolgere non solo i budget, ma anche i capitoli di spesa, compresa la Pac (che oggi assorbe un terzo del bilancio comunitario), e la Conferenza delle Nazione Unite sul contrasto alle malattie non trasmissibili, cardiovascolari e cancro in primis, con l’Oms che sta premendo forte perché il consumo di alcol tutto, ed anche il vino, al di là di approcci più o meno virtuosi, sia scoraggiato, penalizzato, ostacolato. Messaggi arrivati “dall’Europa”, oggi, in collegamento con l’Assemblea Federvini, a Roma, nelle parole di Nicola Verola, Direttore Generale per l’Europa e la Politica Commerciale Internazionale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Giacomo Vigna, Dirigente del Ministero delle Imprese del Made in Italy e da Dario Nardella, Coordinatore del Gruppo Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue.
Sui dazi con gli Usa, “il negoziato procede - ha detto Nicola Verola, Direttore Generale per l’Europa e la Politica Commerciale Internazionale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, da Bruxelles - dobbiamo trovare un’intesa entro il 9 luglio, l’Italia ha sempre promosso una soluzione negoziale di questa controversia. Dobbiamo essere prudentemente ottimisti, ci sono precedenti come quello tra Usa e Regno Unito, in cui le parti hanno trovato una quadra, tra Ue e Usa il dialogo procede, ci sono tanti settori e tanti temi in ballo, ma vedremo come andrà”. Con la sensazione che, come ha detto sempre oggi da Federvini il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, se si restasse sulla attuale tariffa al 10% su tutte le merci che dall’Unione Europea partono per gli Usa, sarebbe un buon compromesso, per evitare di peggio.
Ma a preoccupare molto tutto il mondo del beverage alcolico, vino incluso, ma non solo, è anche la strada che il mondo potrebbe imboccare dopo l’incontro delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili in programma a fine settembre 2025, per valutare i progressi compiuti dagli Stati membri nel raggiungimento degli obiettivi globali nel ridure la mortalità da malattie cardiovascolari e cancro in primis, con i principali indiziati che sono fumo, alcol, sedentarietà e inquinamento atmosferico.
“Su questo tema - ha detto, senza mezzi termini, Giacomo Vigna, Dirigente del Ministero delle Imprese del Made in Italy - abbiamo un problema che fa sembrare i dazi piacevolmente accoglibili. L’Oms sta imboccando l’Onu con una dichiarazione politica per demonizzare alcuni tipi di cibo e tutte le bevande alcoliche, è qualcosa di pericolosissimo per il settore. Ma l’Oms vorrebbe prendersi la responsabilità di spingere gli stati (come abbiamo già scritto) ad aumentare le tasse su tutti i prodotti alcolici, a non promuoverli, e limitarne la disponibilità e l’accessibilità. L’Italia ha una posizione chiaramente contraria, basata sul contrasto all’abuso e sulla promozione di un consumo moderato, di vino in particolare, come previsto peraltro dalla Dieta Mediterranea. Siamo riusciti ad indirizzare l’Unione Europea sul fronte dell’alcol, ma il negoziato è complesso, stiamo cercando fare un lavoro di lobby internazionale per avere un numero consistente di Paesi sulla nostra posizione. Ma si discute un pacchetto complesso - spiega Vigna - e se sull’alcol l’Europa è abbastanza in blocco, sul cibo, o meglio su certi tipi di cibo, non è così. Noi stiamo cercando di far passare la linea che un consumo moderato di alcol all’interno di un’alimentazione equilibrata e di una vita sana in genere, non solo non faccia male, ma faccia anche bene. Ma è una battaglia difficile per la quale servono tante energie”.
E poi c’è il fronte interno, quello dell’Ue, dove si aspetta la presentazione del prossimo bilancio della riforma della Pac, che nella programmazione 2021-2027 vede un budget di 387 miliardi di euro, il 30% di quello Ue. “Ma in Commissione Agricoltura - spiega Nardella - stiamo affrontando sfide importanti. Il 16 luglio la presidente della Commissione Ue, Ursula Von Der Leyen presenterà una proposta di bilancio che potrebbe essere profondamente rivoluzionato, potrebbero uscire ben diversi i pilastri delle Politiche di Coesione e della Politiche Agricole. Si rischia non solo un taglio di risorse, ma anche di tornare ad un modello intergovernativo dove la Commissione negozia con oggi singolo Stato le misure e le risorse da adottare. Sarebbe una iattura - dice il Coordinatore del Gruppo Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Dario Nardella - vorrebbe dire perdere la visione europea e perdere competitività nel mondo. Avere una Pac così vorrebbe dire avere 27 Politiche Agricole diverse, dobbiamo stare molto attenti”.

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