Il Vinitaly World Tour, serie di eventi internazionali organizzata da VeronaFiere, e sempre più amata e richiesta dalle aziende italiane, si prepara ad una nuova tappa a ritmo di “samba”: oltre a Stati Uniti, Russia, Giappone, India e Cina, nel 2009, ci sarà l’appuntamento del Brasile, a San Paolo, capitale economica del Paese, come conferma a Winenews il direttore generale di VeronaFiere Giovanni Mantovani: “dopo aver sperimentato con grande successo questo tour mondiale, dal prossimo anno, amplieremo il Vinitaly nei grandi centri che posso essere, o lo sono già, grossi mercati per il vino italiano. Apriremo una nuova tappa in Brasile, a San Paolo, che si sta rivelando interessante, perché comincia da esserci una classe media importante anche per il nostro vino”.
All’orizzonte però non ci sono solo novità assolute, ma anche significative conferme: il 2009 sarà anche l’anno della “stabilizzazione della tappa di Miami (Stati Uniti, ndr) - aggiunge Mantovani - molto importante sia per il mercato della Florida che per quello dei Carabi.
I paesi toccati dal “Vinitaly World Tour” (info: http://www.vinitaly.com/eventiEst_tour.asp), però, sono molto diversi tra loro per storia, cultura, lingua e approccio al vino, ma la manifestazione ha costantemente grande successo in ognuno di questi. Quale è allora, la formula vincente?
“Il successo - spiega ancora Mantovani - è dato da un mix molto semplice. Il fatto che VeronaFiere, come Vinitaly, ha ormai un database degli operatori dell’horeca e della grande distribuzione, ma anche dei “wine lovers” a livello mondiale, molto approfondito, e questo ci permette di entrare in contatto, su ogni mercato, con le persone più giuste rispetto alle aziende vinicole italiane. L’altro fattore è che sono tutti eventi low-cost per le aziende, che quindi fanno investimenti bassi per avere servizi che permettono loro di entrare in nuovi mercati, o di rafforzare la loro presenza in quelli consolidati, con iniziative snelle ma molto efficaci rispetto agli obiettivi”.
L’approfondimento - Il ruolo della fiera è sempre più fondamentale per la competitività del vino italiano…
In un contesto internazionale sempre più complicato, non c’è più tempo da perdere per l’Italia del vino, e il sistema fieristico diventa sempre più fondamentale per mantenere e guadagnare competitività. Una semplice constatazione che emerge dalla lettura delle tendenze in atto, come le crescenti fusioni tra cantine, consorzi e produttori che cercano così economie di scala e maggiore forza di penetrazione e promozione sui mercati, ma anche dai significativi incrementi della produzione e delle esportazioni dei paesi produttori dell’emisfero Sud del mondo, a fronte di una progressiva riduzione delle superfici vitate nel Vecchio Mondo, e in particolare in Italia.
C’è da considerare inoltre la modifica sostanziale dell’Organizzazione comune di mercato del vino, che introduce criteri che incideranno profondamente sulla struttura attuale delle aziende italiane, e
il trend dell’export che in quantità segnala una diminuzione, nonostante il valore continui ad aumentare, obbligano a prendere delle decisioni di scenario durature.
Per mantenere i grandi primati raggiunti, il sistema composto da Istituzioni, associazioni di categoria, aziende e da Vinitaly, che da oltre quarant’anni promuove la cultura e il commercio del vino nel mondo, deve guardare con univocità di intenti alla promozione.
Le fiere fanno parte delle nuove “reti” dell’economia. Sono strumento indispensabile per lo sviluppo del tessuto economico, formato in stragrande maggioranza da piccole e medie imprese, per il loro ruolo di moderne “agorà”, dove informazione, formazione, comunicazione, istituzione e affari si incontrano.
Che lo strumento fiera sia utile ed efficace per la proiezione internazionale delle piccole e medie aziende, sono le stesse imprese a sottolinearlo.
Ruolo che è stato ribadito anche dalla recente investitura di Veronafiere a soggetto attuatore del progetto dell’Unione Italiana Vini di promozione dei vini di qualità europei in Cina, India e Russia
per il periodo 2008-2010, finanziato dall’Ue con 4 milioni di euro. Bruxelles riconosce con ciò che la qualità, l’innovazione e l’organizzazione raggiunte dalle iniziative dalla Fiera di Verona sono ormai un patrimonio non solo nazionale.
Ad esso, si aggiunge ora il progetto promozionale sul mercato europeo (Finlandia, Svezia e Italia)
per ulteriori 2,8 milioni di Euro. Ed a breve verrà siglato un ulteriore accordo fra Veronafiere e Unione Italiana Vini, che hanno costituito già nel 2007 il Consorzio Genius Vini insieme a
Federvini, per sviluppare ancora di più il sistema vinicolo.
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