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OBBLIGO DI INDICAZIONE IN ETICHETTA PER L’OLIO: FEDEROLIO, ASSOCIAZIONE DELLE AZIENDE OLEARIE FAMILIARI DI MEDIA DIMENSIONE, DICE NO E ANNUNCIA RICORSO AL TAR

“C’è chi dice no”, diceva Vasco Rossi. E vale anche per l’indicazione obbligatoria dell’origine
dell’olio in etichetta, chiesta (e ottenuta) da gran parte dei produttori italiani. “Faremo ricorso al Tar contro il decreto italiano attuativo del Regolamento Ue sull’indicazione dell’origine in etichetta dell’olio, che introduce restrizioni al commercio all’ingrosso e crea rischi di concorrenza sleale rispetto ad altri Paesi concorrenti, come Grecia e Spagna”. Lo ha detto Rino Forcella, presidente di Federolio che rappresenta aziende olearie familiari di media dimensione. “Federolio - ha aggiunto Forcella - è l’unica organizzazione del commercio che da anni ha chiesto l’etichettatura trasparente, ma oggi giudica “non condivisibile” l’allegato al Regolamento Ue che, esonerando i produttori, mette a carico delle imprese oneri quotidiani e controlli nelle 24 ore, superflui, quando la tracciabilita in Italia dà ampie garanzie ai consumatori”. Sulla crisi, Federolio ammette che c’é e che i prezzi dell’olio sono oggi molto bassi, ma “non riteniamo che ci sia un abbassamento dei consumi così alto, e anche l’export si sta riprendendo da aprile”. E per la valorizzazione del prodotto, ha aggiuyno il presidente di Federolio, “stiamo pensando di fare un marchio di qualità, anche commerciale”.

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