Crescono le esportazioni agroalimentari dell’Unione Europea, nel primo trimestre 2024 sono aumentate del 4% e hanno raggiunto i 20,1 miliardi di euro. Ma a trainare il commercio non sono i 15 prodotti generalmente più esportati secondo Bruxelles. Il vino, al quarto posto in classifica dietro a preparati a base di cereali e prodotti della macinazione (-5%), latticini (-8%) e preparazioni alimentari e ingredienti misti (-5%), pur valendo l’8% del mercato generale, ha perso il -3% sullo stesso trimestre nel 2023. A trainare la crescita dell’export sono, infatti, prodotti diversi, colpiti anche dall’aumento dei prezzi, come le olive e l’olio che hanno avuto rispetto ai primi tre mesi del 2023 la crescita percentuale maggiore: +51% per mercato che è valso 615 milioni di euro. Lo rivela la Commissione Europea, nel suo report mensile dedicato al commercio agroalimentare.
Secondo il documento, l’export è cresciuto, mentre rimangono stabili le importazioni che hanno raggiunto i 13,5 miliardi di euro, per un aumento su base trimestrale del 2%, ma con un calo del 10% sullo stesso trimestre nel 2023, principalmente dovuto alla riduzione dei volumi importati. In generale, a marzo 2024, il surplus commerciale relativo al commercio dell’agroalimentare è di 6,7 miliardi di euro per una crescita dell’8% rispetto a febbraio 2024 e del 3% rispetto allo stesso trimestre nel 2023.
Il Regno Unito è rimasto la principale destinazione delle esportazioni agroalimentari dell’Unione Europea: vale il 22% del mercato dell’export europeo. Nel primo trimestre 2024, gli Stati Uniti hanno registrato il maggiore aumento delle esportazioni dell’Unione Europea, con un aumento del 6% (372 milioni di euro), mentre la Cina, nonostante una riduzione del valore del 12%, è rimasta la terza destinazione.
Dopo olive o olio, i prodotti più in crescita sono la macrocategoria che raggruppa caffè, thè, cacao e spezie (+10%) e le preparazioni alimentari e ingredienti misti (+5%). Restano ad un livello alto anche le esportazioni di zucchero e isoglucosio, mentre i cereali sono cresciuti in volume, ma sono diminuiti, in termini di valore, a causa del calo dei prezzi. Calano, invece, oli vegetali e prodotti lattiero-caseari.
Le importazioni, di contro, restano stabili nel complesso: i Paesi dell’Unione Europea comprano principalmente da Brasile, Regno Unito e Ucraina. Tuttavia, i numeri sono diminuiti sullo stesso trimestre nel 2023, a causa della riduzione dei volumi e del calo dei prezzi delle importazioni di cereali. In termini di prodotti, le importazioni sono aumentate per caffè, tè, cacao e spezie (+849 milioni di euro e +16%), frutta e frutta a guscio (+421 milioni e +8%), olive e olio d'oliva (+324 milioni e +160%). Nel frattempo, le importazioni sono diminuite per i semi oleosi e le colture proteiche (-1,5 miliardi di euro e -22%), i cereali (-1,4 miliardi e -36%) e zucchero e isoglucosio (-193 milioni e -36%).
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