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VINO E TERRITORIO

Oltrepò Pavese, dimissioni per cinque membri (tutti imbottigliatori) del Cda del Consorzio

L’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Alessandro Beduschi: “il prima possibile serve un confronto con le istituzioni”
CDA, CONSORZIO TUTELA VINI OLTREPÒ PAVESE, OLTREPÒ PAVESE, PINOT NERO, REGIONE LOMBARDIA, Italia
Oltrepò Pavese, terra di eccellenza per il Pinot Nero, alla ricerca di un eterno rilancio

Alla ricerca di un eterno rilancio, è costellato di inciampi il percorso dell’Oltrepò Pavese, terra storica del vino italiano, patria nobile del Pinot Nero, dove secondo lo storico romano Strabone sarebbe addirittura stata inventata la botte, e i cui vini erano descritti come “eccellentisimi” dall’erudito Andrea Bacci, nel Cinquecento. Nei giorni scorsi hanno fatto rumore le dimissioni di cinque membri del Cda del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Quirico Decordi, Federico Defilippi, Renato Guarini, Pierpaolo Vanzini e Valeria Vercesi, rappresentanti di Vinicola Decordi, Agricola Defilippi Fabbio, Losito e Guarini, Az. Vitivinicola Vanzini e Società Agricola Vercesi Nando e Maurizio, principalmente aziende imbottigliatrici, che, secondo una nota delle stesse, rappresenterebbero “oltre il 30% della produzione dell’Oltrepò Pavese tutelata dalle varie denominazioni”. Le dimissioni, spiega ancora la nota delle cinque aziende, sono arrivate “in polemica con una gestione del Consorzio poco trasparente, guidata da interessi di parte e caratterizzata da una condotta non sempre rispettosa delle regole statutarie. Sono mesi che assistiamo a una gestione del Consorzio, da parte della presidenza e di alcuni membri del Cda, opaca e governata da logiche riconducibili a interessi particolari di qualche azienda, contrarie al rispetto dell’interesse collettivo di tutto il territorio che il Consorzio dovrebbe tutelare - dichiarano i dimissionari - dove è stato mortificato il ruolo del CdA, ridotto a mero luogo di ratifica di decisioni prese in altre sedi, e sono stati adottati provvedimenti che rischiano di portare verso un preoccupante dissesto finanziario”. Secondo i dimissionari, si parla di “atteggiamenti non più tollerabili”, e “che rischiano di compromettere la relazione del Consorzio con istituzioni quale Ascovilo e la Regione Lombardia”. Accuse ovviamente respinte dal Consorzio, che sottolinea come “le aziende dimissionarie rappresentano la sola fase dell’imbottigliamento di tutta la filiera, che rappresenta ora il vero focus di tutela e promozione del Consorzio, talune nemmeno presenti sul territorio e che rappresentano in termini di rappresentatività della produzione Doc e Docg solo il 12,4%, diversamente da quanto comunicato da talune testate”.
“La presidenza del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese - spiega una nota ufficiale - desidera ribadire con forza i propri obiettivi di trasparenza, etica e lealtà tra tutti gli associati. Il nostro impegno è rivolto a garantire una gestione trasparente, rispettosa delle norme di legge e focalizzata sull’interesse collettivo di tutte le categorie rappresentate dal Consorzio. Il nostro Consiglio di Amministrazione ha intrapreso un percorso volto a rendere l’azione del Consorzio sempre più efficiente ed efficace, adottando decisioni strategiche per il raggiungimento dei fini istituzionali. Queste decisioni mirano a valorizzare le varie denominazioni del territorio e a sostenere le imprese della filiera vitivinicola che operano con serietà e impegno nell’Oltrepò Pavese. Riteniamo imprescindibile l’adesione a principi di lealtà commerciale, rispetto delle norme e correttezza professionale. Il Consorzio promuove un ambiente di collaborazione e unità, in cui ogni comportamento deve contribuire alla valorizzazione dell’immagine e del prestigio delle nostre denominazioni. Ogni consorziato è tenuto a rispettare questi principi, sanciti dallo Statuto del Consorzio, per garantire l’armonia e il successo collettivo. Inoltre, stiamo già lavorando per dare una forma più moderna e performante al Consorzio, con una nuova direzione volta alla valorizzazione della filiera e della qualità. Il nostro obiettivo è riportare l’Oltrepò Pavese al prestigio che avrebbe sempre dovuto avere, attraverso un rinnovato impegno per l’eccellenza e l’innovazione. Il Consiglio di Amministrazione, con il sostegno della maggioranza dei suoi membri, continuerà a lavorare con determinazione per il bene comune di tutti i consorziati, superando ogni ostacolo che si opponga al progresso e alla crescita del Consorzio. Il nostro obiettivo rimane quello di promuovere e valorizzare le eccellenze del nostro territorio, assicurando che ogni azione intrapresa sia volta a realizzare gli scopi istituzionali per cui il Consorzio è nato”.
Una querelle nella quale è intervenuta anche la Regione Lombardia, sempre attenta a supportare il territorio: “il sistema vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese rappresenta un pilastro dell’agroalimentare lombardo e credo sia nell’interesse di tutti che quanto accade in queste ore all’interno del Consorzio di Tutela sia il prima possibile oggetto di un confronto con le istituzioni. Regione Lombardia è da sempre a fianco di questo mondo - ha detto l’assessore all’Agricoltura, Alessandro Beduschi - e per questo ci attiveremo da subito per un confronto rapido e mi auguro risolutivo con i rappresentanti del settore vinicolo pavese. Già nei prossimi giorni - prosegue Beduschi - mi recherò presso la sede del Consorzio per fare sentire la presenza di Regione Lombardia e soprattutto per proseguire con l’ascolto e il sostegno, che da parte nostra non è mai mancato. Il mondo del vino lombardo sta vivendo un periodo di crescita, soprattutto sui mercati internazionali, che è simbolo di quanto potenziale è ancora in grado di esprimere. Lo deve fare insieme, ragionando come sistema: un sistema di cui l’Oltrepò è parte integrante”.

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