Dopo più di 15 mesi, il mondo del vino torna ad aprire le porte, in presenza, a buyer, operatori e wine lover, con “OperaWine”, la grande degustazione di Vinitaly e “Wine Spectator” che, in un rito liberatorio, ha sancito l’atteso ritorno degli eventi del vino in presenza, con i 186 produttori del Belpaese, selezionati dalla rivista americana di settore più influente sui mercati internazionali per il decennale dell’iniziativa, si sono ritrovati face to face con oltre 300 tra operatori e buyer nazionali ed esteri provenienti da 13 nazioni: si tratta della prima importante campagna di incoming, realizzata da Veronafiere e Ice Agenzia. Un’edizione antologica e straordinaria, quella andata in scena alle Gallerie Mercatali di Verona, l’infrastruttura storico-industriale di fronte al quartiere fieristico, che, per la ricorrenza, ha ampliato la squadra dei Top 100 d’Italia con gli all timer, ossia i produttori scelti una o più volte nei dieci anni di “OperaWine”. Un momento dal valore simbolico enorme, sancito dalla presenza, all’inaugurazione, del presidente Ice-Agenzia, Carlo Maria Ferro, e del Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri, Manlio Di Stefano.
“Il wine & food made in Italy, nel 2020, ha performato in una situazione di difficoltà con risultati onorevoli. L’export agroalimentare - ricorda a WineNews Carlo Ferro, presidente Ice - è cresciuto di quasi due punti percentuali e il vino italiano ha avuto una flessione di un terzo della media mondiale del settore. Risultati che riflettono la qualità dei nostri prodotti e che incoraggiano e regalano grande ottimismo per questo 2021. Ice aveva avviato un progetto sulle piattaforme digitali già prima della pandemia, con la visione di un’attività fieristica viva 365 giorni all’anno in un rapporto tra gli operatori qualificati in fiera che si traduca in un rapporto commerciale e di business tutto l’anno. Questi strumenti sono stati particolarmente efficaci per assicurare delle risposte quando non ci si poteva muovere ed incontrare, e domani, quando non saranno più un obbligo, ma un’opzione, verranno utilizzati in modo diffuso per estendere il segnale delle attività fieristiche nello spazio e nel tempo. La partnership con Tannico sullo sviluppo dell’e-commerce all’estero - continua Carlo Maria Ferro - procede alla grande: Ice ha messo in piedi 28 vetrine del made in Italy per il commercio sui marketplace internazionali, portando 7.000 piccole e medie imprese, e 14 di queste vetrine ospitano il vino, Tannico è una di queste. Nei piani di Ice per il vino ci sono innanzitutto gli eventi al fianco di Vinitaly: tra pochi mesi andiamo in Cina, con “Wine to Asia”, e da pochi mesi siamo stati nella Federazione Russa, poi ci sarà “Wine to South America” in Brasile e quindi il “Vinitaly Special Edition” ad ottobre”, conclude il presidente Ice-Agenzia.
“Il mondo del vino ha dimostrato una grande resilienza, riuscendo persino a recuperare quote di mercato rispetto ai nostri competitor, e questo è merito della capacità dei produttori di adattarsi al mercato e ai tempi”, dice a WineNews Manlio Di Stefano, Sottosegretario agli Esteri. “Come Governo abbiamo assicurato la ripartenza delle fiere dal 15 giugno, per nulla scontata, e soprattutto offrire strumenti in grado di far ripartire le esportazioni, che hanno dato in tutto quasi sei miliardi di euro in un anno e mezzo, che hanno permesso anche al vino di conquistare nuove quote di mercato. Nella promozione del made in Italy siamo ad un ottimo punto, abbiamo implementato gli strumenti in house, ora siamo pronti a lanciare la gara di comunicazione, su 26 Paesi target, che andrà a promuovere il made in Italy non più come stereotipo del made in Italy, ma come made in Italy che è anche innovazione, raccontando un Paese che riparte sulle sue tradizioni, e quindi il vino ed il cibo, attraverso le innovazioni che ci sono dietro: dobbiamo dire a chi compra il vino ed il cibo italiani che sono i più sostenibili. I nostri agricoltori sono quelli che inquinano di meno, e la sostenibilità è un elemento vitale per la nostra economia”, aggiunge il Sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano.
Un ottimismo, in ottica mercati, corroborato dai dati dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma (che abbiamo pubblicato qui), commentati a WineNews da Giovanni Mantovani, dg di Veronafiere. “I dati che abbiamo esaminato giorni in questi ci dicono che il vino italiano sta andando bene su tutti i grandi mercati internazionali. C’è una ripresa importante negli Stati Uniti (+26% globale), che inverte la tendenza negativa del primo periodo dell’anno, e che riporta il vino italiano sopra quello francese, a 538 milioni di euro, contro i 534 dei cugini d’Oltralpe nel primo quadrimestre: una gara che segnala una inversione di tendenza del mercato Usa, che torna a preferire vini italiani e francesi rispetto a quelli del Nuovo Mondo. Sulla Cina i dati sono ancora migliori: l’Italia ha cominciato a crescere a doppia cifra su un mercato che cresce impetuosamente. La Francia fa meglio, ma sui vini premium l’Italia sta andando molto bene, così come le bollicine, la vera sorpresa, specie grazie allo Champagne, ma questo apre ad un settore da esplorare ed in cui crescere con gli spumanti italiani. L’Europa -continua Giovanni Mantovani - sta tornando sui livelli del passato, con due importanti eccezioni, una positiva, la Svizzera, che cresce in maniera importante, l’altra negativa, con la frenata della Gran Bretagna, in cerca di un equilibrio in questa nuova fase post Brexit, che ha cambiato molte regole. E poi, non dimentichiamo che se il vino australiano è uscito dal mercato cinese, e di questo abbiamo tratto vantaggio, da qualche parte andrà, presumibilmente proprio in Gran Bretagna”. Per i prossimi mesi, la vera svolta è attesa con “Vinitaly Special Edition”, che “sarà un evento importante, perché le aziende, più l’andamento dei mercati e la situazione sanitaria diventano normali, rendendo possibile un evento in presenza così, più aderiscono volentieri. Anche molte aziende presenti ad “OperaWine” ci saranno. Ci aspettiamo numeri significativi, tenendo conto che lo sforzo per l’incoming sarà identico a quello che sosteniamo per un normale Vinitaly, per cui ci aspettiamo molto anche dai mercati esteri”, conclude il dg Veronafiere.
Per lo stato dell’arte del sistema fieristico italiano, a fare il punto è, infine, Maurizio Danese, presidente Veronafiere e Aefi - Associazione Esposizioni e Fiere Italiane. “Il settore fieristico esca da un momento molto particolare. Nel 2020 abbiamo lavorato 53 giorni, nel 2021 stiamo iniziando solo adesso, come Veronafiere abbiamo aperto ieri la prima fiera internazionale. “OperaWine”, con Vinitaly e “Wine Spectator”, celebra la riapertura degli eventi internazionali del mondo del vino in presenza. Il settore esce molto provato da questo periodo, abbiamo lavorato molto con il Governo per cercare di ragionare su contributi a fondo perduto seguendo l’esempio della Germania. Qualcosa di importante è stato fatto, ma stiamo attendendo l’evoluzione ed i decreti attuativi per accedere a questi fondi. Sul de minimis - continua Maurizio Danese - il Ministro Garavaglia ha fatto richiesta in Commissione Europea, e siamo in attesa che ci venga data una risposta. I fondi ci sono, ma i limiti per accedere ai fondi sono ad un massimo di 10 milioni di euro, cosa che soddisfa tutte le fiere, tranne le quattro più importanti, che rappresentano il 70% del mercato e delle perdite del sistema fieristico, ossia 180 milioni di euro, potendone avere appena 40, mentre una fiera di dimensioni minori può accedere al 100% del rimborso delle proprie perdite a condizione che non sia un importo superiore ai 10 milioni di euro. Il futuro - chiosa il presidente Veronafiere - sarà un insieme di fisico e digitale: sicuramente il digitale non potrà sostituire la fiera in presenza, ma solo accompagnarla, in un percorso di accompagnamento dei rapporti nel futuro, ma non potrà sostituirla”.
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