Orientati sì alla moderazione, ma non rinunciano del tutto all’assunzione di alcol: in Italia, solo il 24% della Gen Z ha diminuito il consumo rispetto a un anno fa. Quasi 1 consumatore su 2 (46%) opta per i cocktail, possibilmente “instagrammabili”, mentre la birra è la seconda opzione, con il 37% delle preferenze. Una scelta curiosa, considerando che i cocktail sono in genere più costosi della birra e che stiamo parlando della porzione della società che, in genere, ha un reddito più basso a disposizione. Ma la chiave di lettura sono i social, o meglio il desiderio di condividere, con i propri follower, bevande che possano valorizzare la propria immagine e reputazione online: quasi la metà (46%) sceglie il proprio drink privilegiando ciò che appare più accattivante e condivisibile sui social. Quando si parla di alcol, la Gen Z viene spesso etichettata come “Generazione sobria”, ma i dati mostrano una realtà molto più complessa. A proporne una fotografia è Cga by Niq che, nella sua indagine globale “On Premise User Survey (Opus)”, ha rivelato come la tendenza di questa fascia d’età verso la moderazione al consumo di alcol sia in realtà una semplificazione eccessiva.
Sebbene questa generazione sia effettivamente più aperta alle alternative No/Low alcol - come segnalato dal 21% dei giovani a livello globale contro il 17% della media mondiale - allo stesso tempo, se confrontata con il consumatore medio globale, rappresenta la fascia d’età che ha ridotto di meno l’assunzione di alcol rispetto ad un anno fa, insieme ai Millenials. Dati che dunque delineano una realtà dalle molteplici sfaccettature, confermando anche le tendenze che solitamente vengono associate a questa generazione, fra tutte lo “zebra striping”, ovvero l’alternanza di bevande alcoliche e non alcoliche nel corso della stessa serata. Ed in Italia ? La situazione non si discosta molto da quella mondiale: il 17% dei giovani italiani contro il 9% della media dichiara di optare per alternative a bassa o nulla gradazione alcolica. Per quanta riguarda il consumo di alcol, invece, solamente il 24% della Gen Z afferma di aver diminuito le dosi (rispetto al 32% dei consumatori complessivi), mentre il 46% non cambia la quantità consumata rispetto a un anno fa, il 13% beve di più e il 17% non beve affatto.
Aperto alla socialità e intenzionato ad aumentare le uscite: è il 38% del campione ad affermare di voler visitare con più frequenza i locali nei prossimi tre mesi; elementi, questi, che rendono i membri della Gen Z i principali consumatori nel fuori casa. Non a caso, bar, ristoranti e caffè, sono ormai parte integrante della vita quotidiana della Gen Z globale, frequentati dai tre quarti (72%) settimanalmente, e il numero è ancora più alto in Italia dove si raggiunge l’82%. Per molti di loro, infatti, il primo contatto con i brand di bevande alcoliche avviene proprio nel fuori casa, rendendolo un ambiente fondamentale per coinvolgere e fidelizzare questa fascia di consumatori.
Ad emergere, anche la preferenza della tarda serata per vivere i propri momenti di convivialità con gli amici: è il 19% dei giovani a livello mondiale a dichiarare di uscire più tardi rispetto a un anno fa, un dato nettamente superiore se paragonato alla media generale (11%). Bar, club notturni e discoteche - contesti fortemente associati al consumo d’alcol - si rivelano dunque i punti di ritrovo prediletti. Questa abitudine contribuisce quindi a spiegare il perché - tra tutte le generazioni - i nati tra il 1997 e il 2012 non abbiano ridotto in modo così significativo il consumo d’alcol.
Composta da 2 miliardi di persone, la Gen Z non è solo la più numerosa, ricca e diversificata della storia, ma è anche la più connessa, essendo la prima generazione ad essere nativa digitale, cresciuta a smartphone e social media. I profili social sono diventati fondamentali: è qui dove ci si espone e si è esposti alle scelte di consumo non solo dei locali “cool” da frequentare, ma anche quali drink scegliere per la serata. A confermarlo le rilevazioni di Cga by Niq: a livello globale, 3 giovani su 5 ammettono di ispirarsi ai contenuti condivisi sui social da amici e conoscenti per decidere dove mangiare o bere. Inoltre, quasi la metà (46%) sceglie il proprio drink in base alla sua “instagrammabilità”, privilegiando ciò che appare più accattivante e condivisibile sui social. “I giovani della Gen Z mostrano un rapporto con il consumo di alcol pressoché in linea con quello delle altre generazioni, mantenendo un equilibrio tra moderazione e occasioni di socialità - commenta Beatrice Francoli, Sales Account Development Cga by Niq - connessa, curiosa e attenta all’estetica, la Gen Z sta al tempo stesso ridefinendo le dinamiche del bere fuori casa. Per continuare a coinvolgerla è essenziale comprendere le sue abitudini, valorizzare l’esperienza nei locali e saper raccontare prodotti che siano autentici, innovativi e soprattutto pensati per essere condivisi sui social media”.
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