A fine aprile è già tempo, strano a dirsi, dei primi bilanci nel mondo del vino italiano. Specie per i consumi fuori casa. Secondo i dati di Cda - Consorzio Distributori Alimentari, che riunisce 100 aziende della distribuzione di bevande che lavorano con 83.000 locali in tutto il Belpaese, e attraverso l’osservatorio “Osserva Beverage” analizza ogni tre mesi le tendenze del mercato, nel trimestre Dicembre 2018 - Febbraio 2019, gli acquisti di vino in Italia sono cresciuti, a valore, del +3,6%, mentre i volumi fanno segnare una contrazione del -1,78%. Diverso, invece, l’andamento del canale ho.re.ca., dove la crescita in valore è stata del +6,19%, senza variazioni (appena un -0,01%) in termini di volumi. Tra i diversi settori, quello del tempo libero serale mette a segno la performance migliore: +13,5% a valore e +4,4% a volume. Bene anche la ristorazione, dove le vendite di vino crescono del +8,26% a valore e dell’1,4% a volume, mentre i consumi nei bar del Belpaese crescono a valore solo del +2,65%, calando nei volumi del -2,23%. Per quanto riguarda le diverse tipologie, i vini bianchi fanno segnare un +3,55% a valore ed un -2,39% a volume, i vini rossi un +5% a valore e -1,73% a volume ed i vini rosati un +15,26% a valore e -3,56% a volume. Meritano un’analisi a parte le bollicine: gli spumanti secchi crescono infatti del +1,64% a valore e del +1% a volume, mentre gli spumanti dolci calano del -17% a valore e del -20,98%. Meglio fa lo Champagne: +8,36% a valore e +1,95% a volume.
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