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Osservatorio del Salone del Vino: i mercati esteri premiano i vini italiani (export +10,3%)

Sondaggi & Tendenze
Alfredo Cazzola

Continua l'avanzata del vino italiano sui mercati esteri. Nei primi sette mesi le esportazioni italiane sono infatti aumentate del 10,3%: lo ha detto Alfredo Cazzola, presidente di Lingotto Fiere, all'apertura del Salone del Vino, inaugurato oggi al Lingotto Fiere di Torino. "Aspetto molto significativo della crescente affermazione del vino italiano sul mercato mondiale - ha proseguito Cazzola - è anche il fatto che la nostra produzione si impone sempre più con i suoi vini di qualità, come emerge anche dal fatto che a fronte di una crescita del fatturato del 10,3% si registra un incremento dei prezzi decisamente superiore e cioè del 16,6%". Continua inoltre, secondo Cazzola, la conquista da parte dei produttori italiani dei mercati stranieri più interessanti. Negli ultimi tre anni la quota delle esportazioni destinata ai Paesi dell'Unione Europea, che sono i nostri tradizionali clienti, si è infatti ridotta dal 79% del 1999 al 72% dei primi sette mesi del 2001. In parallelo è aumentata la nostra presenza sul mercato dei paesi terzi ed in particolare negli Stati Uniti, che nel 2001 stanno assorbendo il 12,8% delle nostre esportazioni (9,3% nel 1999), e nel promettente mercato giapponese, che nei primi mesi di quest'anno ha assorbito il 2,4% delle esportazioni italiane (1,6% nel 1999).
Sull'importanza strategica dell'export per il vino italiano si è soffermata, alla presentazione dell'Osservatorio del Salone del Vino, anche Franca Ciccarelli dell'Ismea: "nell'ultimo decennio - ha detto Franca Ciccarelli - le nostre esportazioni di Doc e Docg confezionate sono infatti raddoppiate, passando dai 2,1 milioni di ettolitri del 1991 ai 4,2 del 2000. Ma anche per i vini da tavola confezionati, in particolare Igt, si è avuta una costante progressione delle vendite, che nello stesso periodo si sono portate da 1,2 a 2,7 milioni di ettolitri. Il mercato del vino premia la qualità. Nel 2000 i prezzi all¹origine dello sfuso sono aumentati del 4% per le denominazioni d¹origine, segnando invece un 7% a carico dei vini da tavola. Tendenza confermata peraltro anche nei primi 10 mesi del 2001, visto che rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente i prodotti di qualità si sono rivalutati di un ulteriore 6%, a fronte del 3% registrato per i vini da tavola". Alfredo Cazzola, patron del Salone, ha presentato l'Osservatorio permanente non profit del vino: si tratta di una struttura di ricerca che condurrà con cadenza mensile una inchiesta congiunturale sul settore con lo scopo di mettere in luce innanzitutto le tendenze in atto nel mercato. Gian Primo Quagliano, responsabile dell'Osservatorio, ha presentato alcuni risultati delle rilevazioni condotte a fine settembre e a fine ottobre su un ampio campione di enoteche e wine bar, cioè sugli esercizi a cui si rivolge una élite che si può ritenere anticipi i gusti del consumatore medio. Dalla rilevazione emerge innanzitutto il profilo dei frequentatori di enoteche e wine bar: si tratta di un pubblico prevalentemente maschile (66%), con una buona capacità di spesa, che nel 70% dei casi si fa consigliare nell'acquisto dall'enotecario e che si rivolge a un esercizio specializzato sia per comprare vino per consumo personale (67%) che per regalarlo (33%). Dalle rilevazioni dell'Osservatorio emergono anche indicazioni sull'orientamento della domanda: viene confermato lo spostamento delle preferenze del pubblico verso i rossi, che appaiono in forte crescita, mentre i bianchi restano al palo e l'importanza dei rosati è sempre più marginale. Particolarmente interessanti sono anche le indicazioni relative alla nazionalità dei vini consumati. Tengono i francesi e cominciano a comparire gli statunitensi e i cileni, ma la stragrande maggioranza dei consumatori continua a bere italiano e ciò mentre, come risulta dai dati sull'export, anche all'estero si beve sempre più italiano.

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