Con il rinnovo del Parlamento Europeo sta prendendo forma la nuova Politica Agricola Comune (misura che vale qualità la metà del bilancio Ue) che non entrerà in vigore, come previsto inizialmente, nel 2021 (anno in cui sarà prorogata la Pac 2014-2020), ma almeno nel 2022, perché i tempi tecnici non permettono di fare altrimenti, e varrà quindi per il settennio 2022-2028. Previsti, come ampiamente anticipato, tagli importanti da parte della Commissione Europea, con una riduzione degli stanziamenti del 15% in termini complessivi: -25% dei fondi destinati alla Politica di Sviluppo Rurale (Psr) e -10% per i pagamenti diretti. Per l’Italia, secondo l’analisi del quotidiano “Italia Oggi”, la decisione della Commissione Europea si traduce in un budget complessivo di 3,56 miliardi di euro l’anno per i pagamenti diretti, cui vanno aggiunti 1,27 miliardi l’anno (nella Pac 2014-2020 ammontavano ad 1,48 miliardi di euro, ndr) per lo Sviluppo Rurale e 680 milioni destinati agli interventi settoriali, di cui 323,9 milioni di euro destinati al settore vino, il resto da ripartire tra ortofrutta, olio e apicoltura. Cambia anche la gestione dei fondi, perché verrà ceduto maggior potere decisionale alle singole autorità nazionali, le tematiche ambientali avranno un peso importante (il 30% della dotazione finanzierà il raggiungimento di obiettivi ambientali) ed il regime dei pagamenti diretti subirà un sensibile riequilibrio, con una redistribuzione che drenerà risorse dalle grandi alle piccole aziende agricole.
E intanto, si punta anche a migliorare i controlli sui chi beneficia dei fondi Pac, attraverso la tecnologia, ed in particolare attraverso i satelliti, in una sorta di “guerra stellare” alle frodi.
Con la Corte dei Conti Ue che sta conducendo un audit sull’uso delle nuove tecnologie digitali, tra cui le immagini satellitari, e che e analizzerà le problematiche che ostacolano un’applicazione più rapida e diffusa di queste nuove tecnologie.
L’audit prevede visite in quattro Stati che hanno già iniziato a utilizzare le immagini satellitari per il monitoraggio Pac: Italia, Belgio, Danimarca e Spagna. Ogni anno, ricorda la Corte, gli Stati membri effettuano 900.000 controlli in loco sugli aiuti dell’Ue nel settore agricolo, riuscendo a coprire solo il 5% dei beneficiari. Le nuove tecnologie possono invece fornire dati più completi delle attività agricole realmente svolte dagli agricoltori e della loro conformità alle disposizioni previste dalla Pac.
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