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Pac post 2020, da Ue possibili tagli da 3,4 a 9,7 miliardi in meno in 7 anni (fonte Ansa). Paolo De Castro (Commissione Agricoltura Ue): “solo simulazioni, ma sono scenari preoccupanti, agricoltura non sia salvadanaio dell’Europa”

“Nonostante si tratti ancora solo di simulazioni le notizie arrivate in merito ai possibili scenari di tagli al bilancio Ue sono fortemente preoccupanti”. Così il Primo Vice Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro dopo la pubblicazione della simulazioni della Commissione per bilancio post 2020 che, riporta l’Ansa, prevedono tagli dai 3,4 ai 9,7 miliardi di euro in meno in sette anni. Il testo fa parte dei documenti di simulazione realizzati da diverse Direzioni Generali in risposta ai tre scenari principali proposti da Bruxelles nella comunicazione sul futuro bilancio pluriennale Ue, che dovrà fare i conti con il post Brexit.

Il primo scenario, denominato “di riferimento”, applica un taglio lineare degli stanziamenti attuali Pac del 15% a prezzi correnti, il secondo ripete l’esercizio con tagli del 30%, mentre la terza ipotesi è quella dello status quo. Oltre a mostrare l’impatto sulle casse dei diversi paesi, la Direzione Geneale Agricoltura difende il capitolo di bilancio della Pac elencando gli effetti negativi sulle aziende agricole grandi e piccole, sulla stabilità del reddito degli agricoltori e sui diversi settori, con allevamento, cereali e colture proteiche a soffrire di più.

Nel testo si esamina anche l’ipotesi del co-finanziamento nazionale che “provocherebbe forti squilibri tra Paesi”, minando alle fondamenta “il mercato unico dei prodotti agricoli”. Nello scenario ipotizzato di una partecipazione finanziaria del 30% da parte dei Paesi alla spesa per gli aiuti diretti agli agricoltori, il saldo sarebbe positivo per alcuni contributori netti. Per Italia, Germania e Olanda i risparmi teorici dei contributi al bilancio Pac eccederebbero i costi addizionali per il co-finanziamento.

Scenario che preoccupa, perchè, sottolinea De Castro, “solo con una Pac forte e adeguatamente finanziata sarà possibile raggiungere gli obiettivi economici, sociali e di sostenibilità che ci siamo prefissati. La discussione sul bilancio ad ogni modo inizierà nel 2018 e il nostro impegno sarà quello di evitare modifiche nel bilancio dell’agricoltura e soprattutto che la Pac non venga vista come il salvadanaio a cui attingere. Non è giusto che siano gli agricoltori a dover pagare per le nuove politiche europee”.

Ma non ci sono solo note negative sul fronte agricolo europeo, dice ancora De Castro: “semplificazione, rafforzamento delle politiche per la gestione dei rischi, misure per i giovani agricoltori continuano ad essere in testa alla lista degli obiettivi e il concetto di flessibilità è la leva per accompagnarli. La Comunicazione del Commissario Hogan - prosegue De Castro - lancia segnali chiari e coerenti con quanto risultato dall’approvazione della parte agricola del Regolamento Omnibus. Molto positivo ad esempio è il cambio di paradigma sull’attuale, inefficace, struttura del greening, prevedendo il passaggio da una logica punitiva nei confronti degli agricoltori, a un sistema di premialità che incentivi pratiche sempre più sostenibili, a ridotto impatto ambientale e mirate alle specificità territoriali di ogni Stato membro. Infine nonostante le mancanza dei tempi tecnici per approvare una riforma della Pac entro la fine di questa legislatura, occorre iniziare a riflettere su come la maggior sussidiarietà concessa agli Stati membri, non porti ad effetti distorsivi del mercato interno e alla conseguente ri-nazionalizzazione della Politica Agricola Comune”.

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