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Panaorama Economy

Noi brindiamo in Canada ... Dalle colline della Maremma, l’azienda agricola porta 2 milioni di bottiglie sulle tavole di americani e australiani. Puntando a un nuovo vino bianco... Sulle colline del Gavorrano in Maremma la pioggia scende copiosa sui vitigni di ansonica appena impiantati su 10 ettari di filati allineati, dove sbocciano i primi germogli. “La primavera inizia bene” attacca Antonio Zaccheo, titolare, insieme con Giovanni Sacchet. dell’azienda vinicola Carpinete, quasi sconosciuta in Italia, ma vessillo dei grandi vini toscani nel mondo. “È presto per capire se sarà un’ottima annata” continua Zaccheo “ma almeno la smetteranno con tutte quelle sciocchezze sul global warming”.

A 40 anni di distanza dall’impianto del primo vigneto in Chianti classico, Zaccheo e Sacchet ne hanno viste di tutti i colori, dal vino al metanolo negli anni Settanta al Brunelle taroccato delle ultime settimane, ma vanno avanti per la loro strada. A suon di investimenti: dalla cantina a Montepulciano (costata 3 milioni di euro) ai 165 ettari in alta Maremma e a Greve in Chianti (50/60 mila euro per ettaro), fino all’ultima sfida a Gavorrano, sull’Argentario. Qui i signori del “Super Tuscan” stanno investendo 500 mila euro per sperimentare un “bianco di alto livello da portare sulle migliori tavole del mondo”.

Come già accade per il Chianti, il Farnito, il Dogajolo, il Montepulciano e il Brunello: grandi vini rossi pluripremiati dalla stampa anglosassone, un po’ snobbati dai circuiti italiani.
Ma per Zaccheo non è un problema, anzi. “È il risultato della nostra vocazione storica” dice. “Fin dal 1967, quando abbiamo iniziato, ci siamo rivolti soprattutto ai mercati
internazionali, perché l’Italia era e rimane ancorata a certi schemi difficili da rompere”.

Sarà, ma nel 2007 la Carpinete ha prodotto circa 2 milioni di bottiglie a fronte di un fatturato di 11 milioni di euro. E il 90% dei ricavi arriva dall’export in oltre 70 Paesi. Dall’exploit del Canada al boom dell’Australia, il Paese che, con i suoi giovani vini, sta seducendo i mercati europei e americani. “Oggi il Canada rappresenta il 20% del nostro fatturato” afferma Zaccheo “ma le soddisfazioni maggiori arrivano dall’Australia, che copre circa il 7% dei nostri ricavi. Ebbene sì, andiamo a vendere il vino agli australiani”.

E gli scandali? Il vino adulterato? “All’estero non ci prendono sul serio, neanche quando facciamo scandalo” minimizza Zaccheo “ma questa volta l’impatto è stato più duro, perché hanno toccato un mito: il Brunello”. Difficile valutare i contraccolpi, ma dalle colline di Gavorrano lo scandalo del vino avvelenato appare più una tempesta in un bicchiere. Di buon rosso.

“Supertuscan” un credo da quarant’anni ... Quarant’anni fa l’incontro tra un enologo di Conegliano Veneto, Giovanni Sacchet, e un viticoltore di origini pugliesi, Antonio Zaccheo, ha dato origine, nel cuore del Chianti, alla Carpineto. Fin dall’inizio l’azienda si è dedicata alla produzione di vini tradizionali toscani, puntando sulle nuove tecnologie e sui mercati internazionali. Anni di studio, poi, hanno permesso alla Carpineto di selezionare nuove produzioni e nuovi sapori.

Autore: Giovanni Francavilla

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