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Panorama Economy

Miracoli italiani. Le storie sorprendenti di 10 fuoriclasse. Hanno meno di 40 anni, hanno avuto un’idea e hanno saputo realizzarla. E’ una generazione di imprenditori che credono in se stessi. E nel loro Paese ...
Cantina Arnaldo Caprai
Non è proprio la prima generazione d’impresa, ma ha talmente rivoluzionato il business da poter essere considerato quasi il vero fondatore. Marco Caprai ha preso in mano la cantina di famiglia appena 23enne: era il 1988. Oggi, a 41 anni, Marco è considerato l’artefice della rinascita del Sagrantino che cresce solo nella zona di Montefalco, in Umbria, e che pur avendo alle spalle una storia lunga 4 secoli, negli ultimi decenni era quasi scomparso.
“Lo conoscevano solo i contadini della zona” racconta Caprai, che ha ereditato dal padre Arnaldo un’azienda che oggi fattura 5,3 milioni di euro e che, sotto vendemmia, attiva a occupare 100 persone. “Ero certo che il suo gusto rude e acido, con le tecniche giuste e selezioni clonali severe, sarebbe diventato un vino in grado di fare la concorrenza anche ai barolo o ai Brunello più pregiati”.
Così è stato, grazie a una ricerca quasi maniacale e all’impegno di tecnologie avanzate. Basti pensare che oggi, ai bordi di ogni filare di nuova generazione, sono piantati i cosiddetti tag: etichette con chip a radiofrequenze che immagazzinano tutte le informazioni utili sul vigneto, registrandone l’evoluzione. Tutto, poi, finisce nella banca dati dei genotipi che contiene la mappatura dei cloni presenti sul territorio.
“Ci siamo avvalsi della consulenza di Leonardo Valenti, professore di viticoltura all’Università di Milano, e dell’enologo Attilio Pagli”. Continua Caprai, che in meno di due decenni ha portato i vigneti di famiglia da 21 a 136 ettari, destinati a diventare 150 nell’arco di 2-3 anni.
Anche il tappo è hi-tech. Il Sagrantino, poi, oltre a conquistare i palati più raffinati, aggiudicandosi svariati premi tra cui quello di Cantina dell’anno conferitogli dal Gambero Rosso nel 2005, ha contribuito a far conoscere Montefalco in tutto il mondo.
“Oggi vendiamo in 30 Paesi con una quota export pari al 30%”, dice Caprai, che ha una produzione annua di 700 mila bottiglie destinate al solo canale specializzato o vendute on line.
“Ma sono certo che si possa fare molto di più. Non lavoriamo sulla quantità, ma le richieste, anche da parte degli importatori stranieri, sono in rapida crescita”. Il tutto nonostante che il prezzo medio di una bottiglia si aggiri sui 100 euro. Sul piano tecnologico l’ultima novità si chiama SmartCorq: è un tappo intelligente”, con l’Rfid incorporato. “Siamo stati i primi ad adottarlo, nel 2005” specifica Caprai.
“L’obiettivo è consentire ai clienti finali di conoscere in tempo reale tutte le informazioni utili sul vino da loro acquistato”. Le notizie, scaricabili anche su alcuni cellulari di nuova generazione, vanno dai dati sulla vendemmia a quelli sul produttore, fino ai consigli per il miglior abbinamento.

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