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Panorama Economy

Il quartino di Quarta... Il noto imprenditore e ricercatore biofarmaceutico cambia strada e adesso si dedica alle cantine. Applicando al business un metodo quasi scientifico ... Ormai ci ha preso gusto. Claudio Quarta, biologo cinquantenne, ricercatore e manager, ama le sfide imprenditoriali. Dopo aver concluso l’avventura in Biosearch (la prima azienda biofarmaceutica a quotarsi in Italia e a Wall Street) ha deciso di puntare sul vino per dare vita a una nuova impresa industriale. Poco più di un anno fa ha fondato la Quarta & Partners e ha avviato investimenti per 6 milioni assieme a soci sparsi sul territorio nazionale. Ha cominciato acquistando una cantina, la Emera, a Guagnano nel Salento. Poi ha comprato, a Torrioni nell’Avellinese, la San Paolo, con 20 ettari di vigneti. Sono i primi passi di un cammino: l’idea è quella di dar vita nel giro di dieci anni a un’unica società costruita, neanche a dirlo, “a grappolo” in cui ogni acino sia un’azienda specializzata nella produzione di vini autoctoni.
“Il disegno sarà completo” racconta a Economy Quarta “quando avremo 10 cantine e una capacità di circa 10 milioni di bottiglie”. La società (per il momento battezzata New wine company) impiegherà un enologo e un agronomo in ogni cantina. Questo team, poi, si dovrà confrontare periodicamente con un advisory board (che si è riunito per la prima volta lo scorso 13 giugno e di cui fa parte anche Attilio Scienza, tra i massimi esperti mondiali di vitivinicoltura) il cui compito sarà fare un benchmark tra i prodotti targati New wine company e i migliori sul mercato, dando indicazioni e suggerimenti ai cantinieri della società di Quarta.
Il prossimo passo è l’acquisizione di un podere in Puglia. “Si tratta di un casino di caccia in provincia di Taranto, appartenuto a Francesco Saverio Nitti: 70 ettari di terreno di cui 45 da piantate a vite”. Le uve del casino Nitti alimenteranno la produzione della Emera e di un’altra cantina che Quarta realizzerà sempre a Manduria, nell’ambito di un investimento che assorbirà 10 milioni. Ogni cantina dovrà camminare sulle sue gambe e seguire un business plan. Tutte le aziende però potranno beneficiare della forza commerciale e di marketing del gruppo. “A regime” calcola Quarta “la società diventerà una holding del vino italiano e si rivolgerà principalmente al mercato internazionale”.
Il prodotto finale saranno bottiglie di fascia media: “Non avremo mai un prezzo lontano dai costi di produzione. L’idea è di ottenere margini che siano accettabili dal mercato”. Il progetto di Quarta non riguarda solo il Sud ma coinvolgerà anche cantine situate in Toscana, Veneto e Piemonte: il gruppo dovrà contare una presenza in ogni territorio d’eccellenza. “Procedemmo sempre a piccoli passi” conclude "inglobando aziende di dimensioni limitate per farle crescere e ottenere margini ampi”.
Un po’ com’è accaduto a Biosearch, fondata con 10 mila curo, fusa con la californiana Versicor nel 2003 e ceduta nel 2005 per 1,9 miliardi di dollari a Pfizer. Chissà che la storia non possa ripetersi. (arretrato di Panorama - Economy del 1 settembre 2006)
Autore: Nicola di Molfetta

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