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Panorama Economy

Alla salute del buon gusto ... La Calzolai&Pellettieri di Firenze con i marchi Arfango e Bonora ha un giro d’affari di 150 milioni di euro. Poi c’è il 49% di Car Shoe a fianco del suo amico Bertelli. Ma la grande passione è diventata il vino... Dall’edilizia alla moda e poi fino al vino il passo non è breve e - in alcuni casi - rischia di trasformarsi in un salto nel vuoto. Ma in altri può portare indubbi vantaggi e, anzi, può essere una nuova fonte di sinergie positive. Antonio Moretti, aretino di 55 anni, ha cominciato da giovane a occuparsi di Costruzioni, poi si è interessato con successo del settore della moda e, infine, del vino cominciando a investire nella tenuta toscana, acquistata dal padre Alberto negli anni Cinquanta dalle principesse Margherita e Maria Cristina di Savoia. «Una passione» dice l’imprenditore «che poi si è trasformata in business».
Un fatturato annuo di 5 milioni di euro, tre centri di produzione: due in Toscana (oltre alla tenuta chiamata Setteponti di 300 ettari, tra Firenze e Arezzo, c’è Poggio al Lupo in Maremma) e uno in Sicilia, nel Feudo Maccari di 100 ettari, acquistato di recente. Il prodotto di eccellenza nasce in Toscana e si chiama Oreno (vitigni Sangiovese, Cabernet e Merlot), ha vinto numerosi premi e recentemente è stato giudicato il quinto miglior vino al mondo nella classifica di Wine Spectator, ma un consistente spazio sul mercato se lo sono conquistato anche i vini della tenuta siciliana come il Rosso di Noto e il Nero d’Avola Saia. «Il mercato risponde bene» afferma Moretti «tenendo in considerazione tuttavia che i miei sono prodotti di nicchia e quindi la produzione non ha livelli elevatissimi. In questo momento funziona bene l’export, soprattutto nei Paesi orientali. Vendiamo in Giappone, a Honk Kong e cominciamo a vendere bene anche in Cina e in India. Ma il Paese che sembra al momento dare le maggiori soddisfazioni è soprattutto la Russia. Nell’Est europeo il vino e l’abbigliamento italiani sono molto apprezzati». L’80% della produzione vinicola dell’imprenditore toscano va infatti all’estero.
Attività prevalente. Questa nuova passione però non mette in secondo piano la moda: «Come trascurarla? E, e rimane, il settore prevalente del mio lavoro. Il vino rappresenta un di più, dettato soprattutto dalla passione»...
(arretrato di Panorama Economy del 19 gennaio 2007) 

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