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Panorama Economy

Il vigneto si fa in outsourcing ... Stefano Casadei ha rubato l’idea ai californiani e, vent’anni fa, ha iniziato a piantare i vitigni per gli Antinori. Ora l’obiettivo è allargarsi in Europa... A 47 anni Stefano Casadei ha scoperto di essere un viticoltore al contrario. La passione per la vigna ce l’ha nel sangue da sempre, ereditata dal padre agronomo. Cementata poi dai corsi di specializzazione nelle università di Bordeaux e di Montpellier in Francia, terra di “vignoble”. Ma quando ha cominciato a lavorare vent’anni fa non pensava certo di mettere in piedi una cantina con 15 etichette, vigneti sparsi tra il Chianti, la Maremma, la Sardegna e Pantelleria e 380 mila bottiglie all’anno. Un hobby che riesce a gestire, assieme alla moglie Anna Baj Macario, dal loro quartier generale, il Castello del Trebbio (quello della congiura dei Pazzi), piantato in mezzo ai vigneti di Pontassieve in Toscana. Un hobby che, comunque, gli frutta un giro d’affari di oltre un milione di euro. No, Casadei non voleva fare il vignaiolo. Il suo mestiere è un altro: impiantare vigneti e uliveti “conto terzi”, un’idea maturata nel suo viaggio in California quando aveva 25 anni. “Laggiù le case vinicole sono costruite in appalto” dice Casadei. “Dalla preparazione del terreno fino alla vendemmia, la gestione della vigna è affidata a professionisti esterni all’azienda. Una specie di vigneto in out-sourcing”. Progetto di qualità. Tornato in Italia, Casadei decide di buttarsi e nel 1987, grazie a una fideiussione da 50 milioni di lire del padre Carlo alla banca cooperativa locale, apre Tecnovite Toscana, con un colpo di fortuna. Vent’anni fa il primo cliente a bussare alla porta è stato un certo Antinori, uno dei nomi più blasonati nel firmamento del vino italiano (ancora oggi nel suo carnet clienti). Gli affidano 80 ettari dell’azienda Monteloro e da allora Casadei e la sua Tecnovite non si sono più fermati. “C’è un modo nuovo di fare viticoltura di qualità in Italia” dice Casadei “e oggi la gestione industriale del processo produttivo è una realtà anche nella viticoltura”. Con questo sistema Tecnovite Toscana ha impiantato circa 350 ettari/anno di vigneti in mezza Italia (1,5 milioni le viti impiantate nel 2007), ne gestisce circa mille “dalla potatura alla raccolta dell’uva” e ne ha vendemmiati 950, grazie al lavoro di una quarantina di agronomi, enologi e dipendenti fissi e uno staff di 225 operai. Un giochetto che gli ha permesso di fatturare 7,5 milioni di euro alla fine del 2007. “Ma se andiamo avanti così” ammette “rischiamo di toccare i 10 milioni nel giro di un paio d’anni”.Le premesse ci sono tutte, anche perché l’Italia comincia a stargli stretta. Da un paio d’anni Casadei ha cominciato a battere i mercati dell’Est Europa a caccia di nuove opportunità di business. Le prime le ha trovate in Turchia, a Smirne, dove ha un impianto di 130 ettari di vigneto. Ma adesso Casadei punta ancora più a est.

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