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VINO E TERRITORIO

“Pantelleria è Zibibbo”: tutti a confronto per il futuro della “Perla Nera del Mediterraneo”

Dal 5 al 7 maggio, sull’Isola, istituzioni, produttori e accademici riuniti per riprogettare il domani del vigneto pantesco e dei suoi custodi

Pantelleria, la “Perla Nera del Mediterraneo”, è la terra del vento, dello Zibibbo e dei suoi vigneti ad alberello che sono anche Patrimonio Unesco. Una risorsa fondamentale, quella della viticoltura, per un’isola piccola, affascinante e difficile, che cerca di immaginare, come tutti, il suo futuro. E lo farà, in particolare, dal 5 al 7 maggio, con “Pantelleria è Zibibbo”, evento dedicato alla tutela e salvaguardia della terra, del vitigno, dell’alberello basso che produce l’uva Zibibbo e il famoso Passito Zibibbo, articolato in una serie di incontri e scambi di opinioni tra addetti ai lavori e produttori, tra giornalisti e amici panteschi, attorno alla viti-cultura e all’agri-cultura, motori del futuro dell’isola, e sulla gestione, cura e resilienza del territorio per uno sviluppo multilaterale di un Patrimonio agricolo e naturale Unesco, promossi dal Comune nella Sala Consiliare: da “Zibibbo è Zibibbo: Viti-Cultura e Agri-Cultura futuro di Pantelleria - Dai vigneti eroici dell’Unesco all’enoturismo”, con il sindaco di Pantelleria Vincenzo Campo e il sindaco di Menfi Marilena Mauceri, Angelo Radica, presidente Città del Vino, Dario Stefàno, presidente “La Puglia in più” e alla guida delle Tenute Stefàno, e Giuseppe Ambrosio, dg Ministero dell’Agricoltura (5 maggio), a “Cura resilienza sviluppo della Perla Nera - Ricerca della qualità della vita e della vite”, con Regula Pedretti, fondatrice di Em Ticino, Rocco De Prisco, ricercatore Cnr, Antonio Parrinello, dirigente Srpc Dipartimento Regionale della Protezione Civile, e Gaetano Conte, tecnico di Vitis Rauscedo Coop (6 maggio); e, infine, ai “Progetti e piani per giovani agricoltori panteschi - Circoli e residenti pro-Pantelleria - Resilienza delle terre fragili” sui progetti Pnrr finanziati, con Caterina D’Ancona dell’azienda D’Ancona, Giuseppe Errera, Denny Almanza dell’azienda Almanza, la scrittrice Rosanna Gabriele, e Giampietro Comolli, fondatore Ovse (7 maggio).
Incontri, dibattiti e approfondimenti per affrontare “la questione Zibibbo”, che nasce recentemente ed è molto complessa”, spiega una nota degli organizzatori, tra cui il Comune di Pantelleria. “Alcune decisioni prese dagli organi di tutela in modo troppo silenziato, senza informazione, hanno scatenato una contrapposizione fra i viticoltori puri panteschi e le grandi cantine imbottigliatrici approdate sulla Perla Nera. Da un lato, la voglia di acquistare l’uva pregiata, e, dall’altro, la certezza di vendere l’uva prodotta. Uno squilibrio fra domanda e offerta che abbassa il valore dell’uva. Il tutto si ripercuote sul consumatore: etichette che confondono, non tradizionalità nella produzione, disciplinari incrociati che aiutano a camuffare etichette e vini, sul mercato pezzi troppo diversi fra il famoso passito e il vino liquoroso. Entrambi con la stessa denominazione Pantelleria e uve di Zibibbo. Il tutto accentuato dal fatto che l’isola grande (Sicilia) ha già 2.500 ettari impiantati di Zibibbo contro i restanti oggi 400 sull’isola piccola, dove solo 60 anni fa erano 5.000 gli ettari vitati a Zibibbo”.
Vincenzo Campo, sindaco di Pantelleria, da anni motore e ricercatore di una “chiarezza senza battaglie dannose e inutili per tutti gli aventi diritto”, con le altre istituzioni Regione, Consorzio e Ministero, sostiene che “il gioiello della “famiglia dei panteschi e di nessun altro” venga tutelato, difeso e valorizzato sull’isola piccola, che sia in mano ai piccoli viticoltori e imbottigliatori, che sia strumento di attrazione turistica e non solo di commercio nei supermercati o discount o autogrill e che sia remunerativo per i viticoltori panteschi”.
Campo, inoltre, anticipa uno dei temi centrali della “tre giorni” dedicata allo Zibibbo di Pantelleria: “l’obiettivo che ho percepito dalla volontà, dai progetti già presentati e dalle richieste degli agricoltori pervenute in Comune da anni, e che questa amministrazione del Comune ha fatto proprio anche in piena pandemia, è quello di essere sempre più garanzia e assistenza istituzionale e amministrativa locale, perché almeno 40-50 imprese di giovani agricoli multilaterali possano resistere, sviluppare e crescere”.

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