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Passerina marchigiana (+ 34,3%), Valpolicella Ripasso (+ 22,2%), e Pecorino (Marche/Abruzzo) (+19,9%): i vini che hanno visto il maggior incremento delle vendite nel 2015 nella gdo in Italia. A dirlo un’analisi Coldiretti

La gdo in Italia, nel 2015, ha visto risalire le vendite di bottiglie di vino (+2,8%). Merito soprattutto dei vini autoctoni che hanno dato un forte impulso al settore. Tra i vini che hanno visto il maggior incremento delle vendite nel 2015, c’è la Passerina marchigiana (+34,3%), seguita dal Valpolicella Ripasso (+22,2%), e dal Pecorino (Marche/Abruzzo) (+19,9%). A dirlo è un’analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly.

“La speciale top ten evidenzia risultati sorprendenti con un profondo cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che - sottolinea la Coldiretti - premiano anche negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio. Nella classifica dei primi dieci vini che nel 2015 in Italia hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite solo uno è internazionale. Si tratta dello Syrah che si colloca peraltro solo al decimo posto con un incremento del 9%, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Infoscan Censis per le vendite in volume di bottiglie da 0,75 litri. Nel tempo della globalizzazione gli italiani - precisa la Coldiretti - bevono locale con il vino “chilometri zero” come dimostra il fatto che al quarto posto si posiziona il piemontese Nebbiolo (+18%), al quinto con un +14,9% il Marzemino del Trentino Alto Adige che conquista anche la sesta posizione con il Traminer (+13,2%), seguito dal Negroamaro pugliese (+13%), dal Custoza veneto (+11,6%) e dalla toscana Vernaccia di San Gimignano (+11%)”.

Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani è però il Lambrusco con 12,8 milioni di bottiglie “a conferma - sostiene la Coldiretti - di quanto siano pericolosi i tentativi di minare la distintività delle produzioni come dimostra la recente discussione comunitaria sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione che consentirebbe anche ai vini stranieri di riportare in etichetta nomi quali Lambrusco, Negroamaro e Vernaccia, ma anche Aglianico, Barbera, Brachetto, Cortese, Fiano, Greco, Nebbiolo, Picolit, Primitivo, Rossese, Sangiovese, Teroldego, Verdicchio, Falanghina e Vermentino solo per fare alcuni esempi”.

“Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende - ha affermato Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti - dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali, che sono state la chiave del successo nel settore del vino, dove hanno trovato la massima esaltazione. Difendere la normativa comunitaria è la premessa per essere più forti nei difficili negoziati internazionali che ci attendono a partire dall’accordo di libero scambio con gli Usa”.

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