Sapere quanto costa una bottiglia di vino oggi è abbastanza semplice: basta un click sui siti sparsi per il world wide web e in pochi secondi ognuno può farsi un’idea di come cambia il prezzo di una bottiglia da un paese all’altro. Ma può essere un’informazione fuorviante o per lo meno parziale per chi si appresta, ad esempio, a conquistare un nuovo mercato e l’American Association of Wine Economists (www.wine-economics.org) ha fatto, quindi, un passetto oltre: per 71 nazioni ha incrociato il reddito pro capite giornaliero con il prezzo medio di una bottiglia di Champagne (il riferimento è un Moët&Chandon) per evidenziare quante ore di lavoro servono per potersi permettere qualche bicchiere di bollicine e la fotografia che ne emerge è alquanto nitida.
In cima alla lista c’è il Lussemburgo: qui basta lo 0,11 di una giornata lavorativa per poter correre in enoteca, un abisso rispetto al paese in fondo all’elenco, il Nepal, dove non basta nemmeno un mese di lavoro per poterselo permettere, esattamente 32,39 giorni. Meno di un giorno servono in generale in tutti Paesi dell’Unione Europea o della zona Schengen ad eccezione di alcuni Paesi membri dell’Europa dell’est (Polonia, Ungheria, Croazia, Romania attorno al giorno e mezzo, Bulgaria più di due giorni): la Svizzera, la Germania e l’Olanda sono i primi tre (rispettivamente con 0,12, 0,2 e 0,21 giorni), seguono Norvegia, Francia, Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda e Belgio, tutti sotto 0,3 giorni. In Italia ci vogliono 0,38 giorni: superati dalla Spagna (0,33) e Islanda ma prima di Finlandia e Portogallo, siamo alla posizione n. 23 dell’elenco, nella metà esatta della zona Schengen.
Dei paesi fuori Europa i primi della lista sono le tre regioni più ricche degli Stati Uniti (New York con 0,17 giorni, California con 0,22 e Texas con 0,25) insieme all’Australia, dove servono 0,23 giorni lavorativi. Non stupiscono la presenza di Singapore (0,27), Hong Kong (0,28), Giappone (0,33), Nuova Zelanda (0,37) e Canada (0,41). Tutti i paesi sud americani, asiatici e africani considerati si piazzano al di sopra della giornata lavorativa, compresa la Russia (1,64): si passa dalle 1,13 giornate che servono in Argentina e le 1,71 giornate in Cina, ai 22,31 giorni in India e 15,41 giorni in Kenya, passando per i 2,69 giorni di lavoro sudafricani e i 5,41 giorni in Perù.
Al netto virtuale di dazi e tasse e della distribuzione del reddito fra la popolazione di ogni singola nazione, appare evidente che soffermarsi alla mera comparazione dei prezzi delle bottiglie di vino vendute nei diversi Stati è insufficiente, per farsi un’idea realistica delle capacità di spesa di una nazione e della conseguente potenzialità di mercato a cui il settore del vino si può approcciare. Una lacuna che l’Aawe ha in parte colmato con questo tentativo.
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