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Per il mondo degli analcolici la crescita stimata è di oltre 4 miliardi di dollari entro il 2028

Il report dell’Iwsr: il comparto No/Low alcol vola soprattutto tra i giovani. Stati Uniti e Brasile i mercati chiave per il futuro della categoria
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Per gli analcolici la crescita stimata è di oltre 4 miliardi di dollari nel 2028

Il mercato dell’analcolico e della bassa gradazione sta vivendo un periodo di crescita guidato in gran parte, oltre che dallo slancio di bevande apposite, anche da una vera e propria evoluzione delle abitudini dei consumatori. Lo rivela l’ultimo studio strategico dell’Iwsr, l’International Wine & Spirits Research, la principale fonte di dati ed analisi del settore, che spiega come, in 10 mercati chiave individuati dal report, il mercato combinato No e Low alcol crescerà, con un tasso composto di crescita annuale, del 4% in volume fino al 2028, con le bevande analcoliche a trainare la crescita con uno stimato +7% in volume, mentre i dati riguardanti i prodotti a bassa gradazione rimarranno sostanzialmente statici. In generale, si prevede che il solo analcolico registrerà una crescita incrementale entro il 2028 di oltre 4 miliardi di dollari. I mercati chiave sono Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Spagna, Sudafrica, Regno Unito, Stati Uniti: in questi Paesi già viene osservato come il segmento dei prodotti senza alcol conquisti più consumatori “nuovi” rispetto alla sua controparte a bassa gradazione, con un aumento di 61 milioni di acquirenti rispetto ai 38 milioni dei prodotti Low alcol (dati del 2024 contro quelli del 2022). Questi nuovi fruitori sono tendenzialmente i più giovani, come già più volte analizzato anche su WineNews. In linea con le tendenze globali, inoltre, gli acquisti di alcolici tra i compratori di bevande No/Low stanno diminuendo, soprattutto per quanto riguarda birra e vino: nei 10 mercati chiave, il consumo pro capite in litri di alcol puro è all’80% del suo livello nel 2000.
“Man mano che la tendenza analcolica cresce, i consumatori vogliono più del semplice No alcol - osserva Susie Goldspink dell’Iwsr - cercano prodotti che offrono gusto, complessità ed esperienza di consumo. Questa evoluzione sta spingendo il settore oltre, portando i marchi a innovare e ad alzare l’asticella in termini di qualità e varietà”.
Lo studio indica anche come il mercato dell’analcolico continuerà a guidare il futuro, forte degli ottimi risultati del 2024, con le bevande Ready to drink che dovrebbero avere il tasso di crescita più rapido fino al 2028, partendo da una base inferiore (+10% di Cagr in volume, 2024-2028). Anche la birra aumenterà in volume del 7% e continuerà a guidare la futura crescita dell’analcolico in termini di volume assoluto. Viene stimato anche che la quota analcolica, sul totale del beverage, nei 10 mercati chiave aumenterà di oltre il 3% entro il 2028, con quella del mercato statunitense che nello stesso periodo raddoppierà. Stati Uniti (+18% in volume tra il 2024 e il 2028), Brasile (+10%), Canada (7,5%) e Australia (5%) vedranno, infatti, la crescita maggiore nel segmento analcolico nel prossimo futuro, che sarà, invece, più graduale in Spagna, Sudafrica e Germania. Questi incrementi dovrebbero derivare dall’ingresso nel mercato di nuovi fruitori, dall’aumento dei consumi e da quello dell’incidenza in entrambi i mercati. La crescita negli Stati Uniti deriverà da una gamma più ampia di sottocategorie di prodotti analcolici, mentre in Brasile questa deriverà quasi interamente dalla birra. Anche mercati più piccoli come Canada e Australia offrono opportunità interessanti con tassi di crescita relativamente elevati a partire da una base inferiore.
Dei 10 mercati chiave, gli Stati Uniti hanno la più alta percentuale di bevitori “moderati” e “occasionali” e, insieme al Regno Unito, sono il Paese in cui più consumatori hanno partecipato a sfide senza alcol come il Sober October o il Dry January. Inoltre, viene anche osservato che, nei mercati con una base di consumatori più giovane in età legale per bere alcolici, per bevande analcoliche, come Brasile, Stati Uniti e Sudafrica, si continuano a registrare un consumo maggiore per occasione, mentre nei mercati con una base di consumatori più anziana, come Giappone e Spagna, si segnala un consumo minore per occasione. La Gen Z, che ha da poco raggiunto l’età legale per bere, è più propensa a sostituire le bevande analcoliche con quelle gassate ed energetiche, mentre le fasce di età più avanzate sono più propense a sostituire quelle alcoliche, in particolare birra e sidro. “I consumatori più giovani hanno maggiori probabilità di fare un uso moderato di alcolici, ma in generale ne bevono anche meno - spiega Goldspink - questi consumatori tendono a partecipare a un repertorio più ampio di categorie No/Low e a essere più fedeli al marchio. I consumatori più anziani hanno meno probabilità di fare un uso moderato, ma più probabilità di non bere affatto alcolici e le loro preferenze tendono a essere orientate verso estensioni di marchi di birra No/Low alcol”.
La ragione principale che però impedisce alle persone di bere analcolico o a bassa gradazione è l’offerta, questo soprattutto nei mercati emergenti in Brasile, Sudafrica e Stati Uniti, meno in Spagna, Francia, Giappone e Germania. Ma la maggiore disponibilità di prodotti nell’on-trade e tramite e-commerce sta contribuendo a consentire la crescita della categoria. Nel Regno Unito e in Spagna, mercati di No/Low più sviluppati, il prezzo si sta allineando sempre più con le offerte full-strength man mano che il settore guadagna terreno. E anche gli investimenti su questi nuovi prodotti si concentrano sulla funzionalità. Per esempio, il marchio Free Af, offre bevande senza alcol con Afterglow, un estratto botanico naturale, senza glutine e vegetariano brevettato che si dice imiti la sensazione di calore dell’alcol, mentre Parch Spirits and Cocktails ha lanciato una linea di cocktail a base di agave senza alcol contenenti botanici desertici e adattogeni come ashwagandha, L-theanine e ginseng. Ma anche i prodotti che non hanno funzionalità aggiuntive e non sono analoghi diretti delle categorie alcoliche stanno guadagnando terreno: alcuni esempi sono i thè effervescenti, acque di luppolo e switchel a base di aceto.

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