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PER LA CHIANTIGIANA ROCCA DELLE MACÌE IL 2002 È UN ANNO DA INCORNICIARE

Non ci sono dubbi che l’anno da poco terminato sia stato per Rocca delle Macìe un anno ricco di soddisfazioni e di riconoscimenti, che hanno premiato gli sforzi e l’impegno del valido staff alla guida di Sergio Zingarelli. Una serie di traguardi, quelli raggiunti a livello sia nazionale che estero, che la maison ha raggiunto grazie all’amore per la terra, alla serietà e la passione con cui ogni giorno viene affrontato un lavoro difficile ma certamente entusiasmante.

Tutte le più autorevoli voci del panorama enologico nazionale hanno avuto parole di compiacimento per i vini di Rocca delle Macìe. Il Supertuscan Roccato ’99, blend al 50% di Sangiovese e Cabernet Sauvignon, si è aggiudicato i prestigiosi Tre Bicchieri della “Guida ai Vini d’Italia 2003”edita da Gambero Rosso e Slow Food. Sempre il Roccato, ma questa volta in compagnia del Ser Gioveto, ha ottenuto i quattro grappoli della Duemilavini, il libro guida ai vini d’Italia dell’A.I.S. Gli stessi Supertuscan e il Chianti Classico Riserva di Fizzano si sono meritati la segnalazione nell’Annuario dei Migliori Vini Italiani 2003 di Luca Maroni e hanno ottenuto un punteggio compreso tra i 15,5 e i 16,5 punti nella Guida dell’Espresso. Infine, assieme al Chianti Classico Riserva, possono fregiarsi delle due stelle sulla guida I Vini di Veronelli.

Anche Wine Spectator, la bibbia del bere bene e dei sommelier d’Oltreoceano, ha ulteriormente alzato i punteggi per riconoscere il valore delle etichette dell’azienda. E così gli americani hanno assegnato ben 90 punti al Roccato ’99 e 92 al Ser Gioveto ‘99, confermando un apprezzamento che aveva già dimostrato nei confronti delle ultime annate dei due Supertuscan.

“Anni di devozione, di grande cura e di studio attento a tutte le delicate fasi della coltura dei vigneti e della lavorazione del vino – spiega con orgoglio e una punta di emozione Sergio Zingarelli, presidente di Rocca delle Macìe – è così che abbiamo ottenuto questi splendidi vini. Non è un caso che in solo tre decenni, da quando nel 1973 nostro padre Italo si innamorò di quest’antica fattoria nel cuore del Chianti e iniziò a dedicarsi all’enologia, Rocca delle Macìe sia diventata uno dei punti di riferimento dell’enologia toscana, riconosciuta e apprezzata in Italia e all’estero”.

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