- Australia, Phillossera a Nord della Yarra Valley
La presenza di fillossera è stata rilevata oltre il confine Nord della Maroondah Phylloxera Infested Zone (Piz) nello Stato di Victoria, incorporando quattro ulteriori vigneti. Mentre i nuovi rilevamenti ci sono stati all’interno del confine Piz esistente, è stato deciso di mantenere una zona cuscinetto di 5 km tra una proprietà infestata e il confine Piz. Mentre la dimensione dell’area si allarga, Vinehealth Australia - l’organismo che si occupa di biosicurezza nei vigneti - ha spiegato che comprende anche le foreste nazionali e statali e si allinea con le strade principali. Ad esempio, Healesville-Kinglake Road è stata la prima via principale a Nord, quindi la Maroondah Piz è stata estesa sino a quel punto. Inca Pearce, Ceo di Vinehealth Australia, ha detto che l’estensione a questo confine della Piz è stata preoccupante.
“La fillossera non rispetta i confini dei vigneti o confini statali. Dobbiamo lavorare insieme a livello nazionale, per essere sicuri di fermare la diffusione della fillossera”, ha detto Pearce. “Vinehealth Australia riconosce la necessità di agire con urgenza per rispondere dal punto di vista della biosicurezza in un ambiente in continua evoluzione, con le tendenze del commercio, del turismo, dei cambiamenti climatici, delle proprietà aziendali, che aumentano la portata e la natura dei rischi della biosicurezza. Queste nuove rilevazioni sottolineano l’urgenza delle misure”. Pearce ha detto che le nuove infestazioni di fillossera sono un allarme per i coltivatori e per i gestori dei vigneti c’è necessità di segnalare velocemente qualsiasi eventuale declino della vite, che risulti sospetto.
“Se le viti sono in sofferenza, bisogna indagare rapidamente per identificare la causa. Se si sospetta un infestazione fillosserica, è necessario informare il Dipartimento agricolo di stato o Vinehealth Australia” ha detto. “È indispensabile che proprietari di vigneti, dirigenti, il personale e tutti i visitatori rispettino gli standard statali di impianto, di quarantena e di implementare le migliori pratiche di igiene nelle fattorie di ogni proprietà. La biosicurezza è un gioco di squadra. I proprietari di vigneti, cantine, appaltatori e i trasportatori, devono capire le regole e la documentazione necessarie per il movimento delle uve, dei macchinari, delle attrezzature, dei campioni per le diagnosi, terreni, talee, barbatelle e viti in vaso, all’interno e tra gli Stati. E garantire che tutte le persone che visitano la vostra proprietà, abbiano pulito e disinfestato le calzature, in entrata e uscita, in conformità con il Footwear and Small Hand Tool Disinfestation Protocol”.
Questa ultima estensione del confine è la sesta espansione dell’originale Maroondah Piz, che è stato istituita nel 2006 a seguito del primo rilevamento della fillossera nella Yarra Valley. La fillossera è un piccolo insetto che vive tra le radici della vite. Una volta stabilita la sua presenza, la morte delle viti è inevitabile.
Fonte: www.winetitles.com.au
- Nuova Zelanda, export di vino +10% nel 2016
Il valore totale delle esportazioni di vino della Nuova Zelanda nel 2016, è aumentato del 10%, arrivando a 1,57 miliardi di dollari neozelandesi, con volumi in aumento. Le esportazioni di vino confezionato sono cresciute del 5% a 1.421,2 milioni di litri, mentre le esportazioni di sfuso sono aumentate dell’1% a 71,4 milioni di litri. L’85,6% delle esportazioni di sfuso riguarda il Sauvignon Blanc il che lo rende di gran lunga il più importante vitigno della Nuova Zelanda. Le esportazioni in volume del vitigno crescono in tutti i suoi primi 10 mercati, la metà dei quali, a due cifre.
“In tutti i mercati la crescita complessiva è del 16% con le esportazioni totale di Sauvignon Blanc ora a 210 milioni di litri (marzo 2017)”, ha detto Chris Yorke, direttore marketing globale di New Zealand Winegrowers. “Il Sauvignon Blanc continua ad essere il motore principale della crescita nel nostro mercato più grande, gli Stati Uniti e sta godendo di una crescita a due cifre in tutti i nostri top 4 cioè Uk, Usa, Canada, Australia. In Cina, un mercato del vino tradizionalmente orientato sul vino rosso, il Sauvignon Blanc è il nostro numero uno come tipologia varietale esportata, in crescita del 35%. Anche in Giappone e nei Paesi Bassi è stata registrata una forte crescita (23% e 16% rispettivamente)”.
Inoltre, recentemente, è stato stabilito che le esportazioni di vini neozelandesi verso gli Usa hanno, per la prima volta, superato quelli dell’Australia in termini di valore. Secondo Rabobank Q2 Wine Quarterly Report 2017, il valore delle importazioni della Nuova Zelanda negli Stati Uniti nel 2016 è stato pari a 400 milioni di dollari Usa (quasi 500 milioni di dollari neozelandesi) con una crescita dell’11% in valore ($49m). In confronto, il valore delle importazioni di vino australiano negli Usa sono risultati in costante diminuzione dal 2012, scendendo a circa 350 milioni di dollari nel 2016, ponendo per la prima volta il valore delle importazioni neozelandesi negli Stati Uniti, prima dell’Australia.
Fonte: www.thedrinksbusiness.com
- Uk, Taittinger pianta il suo primo vigneto
Il 3 maggio, Pierre-Emmanuel Taittinger della celebre Maison de Champagne, ha guidato una piccola cerimonia per l’impianto del primo vigneto in territorio britannico. La nuova azienda che produrrà vino spumante si chiama Domaine Evremond ed è situata nei pressi del villaggio di Chilham, nel Kent. Lo riporta in un servizio, la rivista inglese Decanter. Nel progetto, iniziato nel dicembre 2015, la maison rappresenta il 55% mentre la restante parte è di un gruppo di investitori tra cui l’agente britannico della casa Hatch Mansfield.
La località è stata scelta per la qualità dei suoli, ha detto Taittinger, che poi ha proseguito anticipando che sarà costruita una cantina con la prospettiva di far diventare l’area un’attrazione per il turismo. Il team della nuova azienda ha piantato Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, i tradizionali vitigni dello Champagne.
Nei prossimi due o tre anni, nella proprietà che si estende per 69 ettari saranno piantati 40 ettari di vigneti. Il primo vino sarà presentato nel 2023: le viti hanno bisogno di tempo per crescere ed i vini saranno invecchiati per almeno tre anni.
Fonte: www.decanter.com
- Usa/Italia, poco disponibili a pagare di più il vino biologico
Il vino biologico potrebbe tentare il vostro palato ma questo non significa che ci sia la disponibilità a pagarlo di più, secondo quanto dimostrerebbe un recente studio della University of Florida Institute of Food and Agricultural Sciences. I ricercatori hanno trovato che circa il 16% dei consumatori di vino, acquista vino biologico ma la maggior parte dei consumatori americani e italiani non sono disposti a pagare di più per il vino etichettato come biologico. La ricerca è stata effettuata da Lane Abraben, ex studente laureato Uf-Ifas, che ha utilizzato un modello economico per determinare la disponibilità dei consumatori a pagare di più per il vino biologico. Abraben ha specificamente esaminato i vini toscani, scelti da consumatori americani e italiani. Il suo referente, Kelly Grogan, assistente Uf-Ifas, ha messo in evidenza che i risultati della ricerca probabilmente si possono applicare a qualsiasi altro vino prodotto biologicamente.
“La nostra ricerca rileva che il vino biologico di qualità superiore, non riceve un premio di prezzo e effettivamente può essere pagato ad un prezzo inferiore rispetto ad un vino simile che però non è prodotto utilizzando pratiche biologiche”. Per molti prodotti, i costi di produzione biologici sono maggiori rispetto alla produzione convenzionale e pertanto i consumatori devono essere disposti a pagare di più, ha continuato Grogan. Per lo studio, i ricercatori Uf-Ifas hanno riunito i prezzi pagati per le diverse bottiglie attraverso rivenditori online. Inoltre hanno confrontato le varie caratteristiche, certificazione biologica ed etichettatura, dei vini.
Ciò ha significato un data base di 444 vini rossi di alta qualità di 50 aziende vinicole della Regione Toscana, venduto sia ai consumatori italiani che americani. Hanno anche appurato quali vini erano organici, e hanno utilizzato una valutazione media, provenienti da varie fonti, per determinare la qualità dei vini. Dei vini presi in esame, circa il 31% vengono dichiarati biologici; il 42% di questi sono certificati come biologici e dei vini biologici certificati, circa il 24% sono etichettati come biologici.
L’agricoltura biologica ha ottenuto un grande allargamento negli ultimi dieci anni o giù di lì. Dal 1999 al 2011, i terreni agricoli globali dedicati alla produzione biologica certificata, è aumentato da 27 milioni di acri a 91 milioni di acri. E, il mercato dei prodotti biologici è salito da 15,2 miliardi a 59 miliardi di dollari, secondo un rapporto del 2013 delle associazioni biologiche internazionali. Inoltre, la viticoltura biologica è cresciuto in popolarità dal 1980, a causa della preoccupazione di residui di pesticidi nel vino.
Fonte: www.news.ufl.edu
- Spagna, in Rioja una cantina insieme per Rothschild e Vega Sicilia
A metà giugno sarà inaugurata la nuova cantina, Bodegas Benjamin de Rothschild & Vega Sicilia per la produzione di vino Macan. Dopo più di un decennio di collaborazione per la produzione di vino di qualità, ci sono voluti sette anni per acquistare oltre 100 ettari di vigneto da una settantina di famiglie. L’impresa è stata mediata da un gruppo di avvocati di Madrid e orchestrato dalla Baronessa Ariane de Rothschild - che presiede la commissione esecutiva di Edmond de Rothschild a Ginevra - e Pablo Álvarez, Ceo di Vega Sicilia.
La motivazione principale del progetto comune è la produzione di vini di alta qualità. “Pablo ed io abbiamo discusso su dove avremmo dovuto fare la nuova impresa e la scelta della Rioja è stata decisiva”, ha detto la baronessa Rothschild. “Ci stava molto a cuore la qualità del suolo e le potenzialità per creare un nuovo vino, molto elegante. Abbiamo pensato che fosse una sfida molto interessante proporre ancora un altro vino di grande prestigio, a partire da zero. Stiamo lavorando sulla qualità, non sui volumi”.
I vigneti sono stati selezionati in base a criteri specifici: l’impianto su terreni calcarei ed essere almeno di almeno 35 anni d’età. I migliori vigneti e l’ubicazione della nuova bodega sono stati finalmente selezionati a nord-ovest della città di Logroño, alla base meridionale delle cime della Sierra de Cantabria. Mentre i vigneti erano in corso di acquisizione, abbiamo temporaneamente affittato un impianto di vinificazione e la prima annata è stata prodotta nel 2009. A quel tempo il nome del vino doveva ancora essere definito. Molti nomi potenziali sono stati scartati per la difficile pronuncia in lingue diverse dallo spagnolo. Infine, dal soprannome della gente locale della città di San Vicente de la Sonsierra cioè Macán, è venuto questo nome semplice da pronunciare e indissolubilmente radicata nella cultura locale.
“È stato molto importante il collegamento a questa regione”, ha evidenziato la baronessa Rothschild. In questa terra nebbiosa e di castelli collinari, la cantina si trova 650 metri sul livello del mare nella parte alta dei vigneti di Rioja. Perché il terreno è vicino a riserve nazionali protette, le misure ambientali integrate prevedono la mancanza di barriere (per consentire il passaggio di animali selvatici), le restrizioni all’illuminazione e ai rumori, e l’uso esclusivo di vegetazione autoctona nella proprietà.
Fonte: www.forbes.com
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