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PICCOLI COMUNI: QUI NASCE LA META’ DELL’ITALIAN FOOD

“La metà dei prodotti agroalimentari Made in Italy si coltiva nei piccoli comuni con meno di cinquemila abitanti dove peraltro hanno la “residenza” il 40% delle imprese agricole e trova lavoro il 38% della manodopera impiegata nei campi”: lo afferma la Coldiretti nel tracciare un bilancio delle iniziative promosse in oltre cento comuni con meno di cinquemila abitanti, partecipate da milioni di cittadini, nell’ambito di Voler bene all’Italia, la Festa nazionale della Piccola Grande Italia dell'8 maggio in tutta la Penisola sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Se le rappresentazioni teatrali, i percorsi naturalistici e archeologici, i concerti di campane e le bande in piazza hanno avuto grande successo, a fare la parte del leone nel gradimento degli ospiti sono state - sottolinea la Coldiretti - proprio le specialità alimentari ottenute grazie ai primati qualitativi e quantitativi della grande agricoltura italiana, dai formaggi ai salumi, dai vini all’olio di oliva con bruschette, frutta e verdura di stagione. Il patrimonio agroalimentare tipico nazionale trova un terreno particolarmente fertile proprio nei piccoli comuni che in nove casi su dieci vantano almeno un prodotto a denominazione di origine (Dop).

In particolare - prosegue la Coldiretti - se per gli extravergine Dop sul totale dei comuni dove sono ottenuti ben il 59% ha meno di cinquemila abitanti, nel caso dei salumi e degli insaccati Dop tale percentuale arriva al 73% mentre per i formaggi Dop sale addirittura al 75%, i tre quarti del totale. Realtà produttive che grazie alla festa i cittadini - sottolinea la Coldiretti - hanno imparato a conoscere e che possono dare sostenibilità economica e sociale alla presenza di uomini e imprese.

Opportunità da cogliere e che non riguardano solo il Brunello di Montalcino che ha garantito notorietà a questo piccolo centro, ma - precisa la Coldiretti - migliaia di specialità tipiche da far conoscere ed esportare come "testimonial" del territorio dal quale nascono: dalla lenticchia di Onano alla Robiola di Roccaverano, dal prosciutto Faeto al farro di Monteleone di Spoleto fino al Vinsanto di Vigoleno. Ma - sostiene la Coldiretti - è l’intero tessuto imprenditoriale del territorio, dall'agricoltura all'industria, dalla finanza al commercio fino al turismo, che deve essere in grado di mettere in rete le qualità presenti in un sistema integrato finalizzato allo sviluppo sostenibile. Un modello di sviluppo che - prosegue la Coldiretti - sappia valorizzare le ricchezze che il paese possiede e che sono rappresentate, dai patrimoni artistici e culturali e alla capacità di conciliare sul territorio livelli elevati di qualità della vita con grandi risorse produttive, ambientali e turistiche. Non è un caso che - sostiene la Coldiretti - in un anno quasi centodiecimila persone si sono spostate ad abitare nei piccoli comuni dove i nuovi arrivi hanno consentito di compensare abbondantemente il calo nella popolazione “naturale” facendo registrare complessivamente un tasso di crescita positivo (+0,7%) con un aumento di quasi 80.000 abitanti. Ed oggi - conclude la Coldiretti - nei 5825 piccoli comuni che rappresentano il 72% del totale nazionale (8100), vivono 10,7 milioni di italiani (il 18,4% della popolazione) su una estensione pari al 55% del totale del territorio nazionale.

La scheda - I Piccoli Comuni italiani in cifre

5825 comuni hanno meno di 5.000 abitanti (il 72% del totale)

10,7 milioni di italiani abitano nei piccoli comuni (il 18,4%della popolazione)

Nove piccoli comuni su dieci vantano prodotti a denominazione di origine (Dop)

Sono estesi sul 55% del territorio nazionale

Vi risiede il 40% delle imprese agricole con il 50% del terreno coltivato e il 38% dell’occupazione

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat e Ager

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