Più della fame poté lo stress: ben un italiano su 3 utilizza il cibo come valvola di sfogo per l’ansia quotidiana. A dirlo un’indagine dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap), su 600 persone tra i 18 e i 65 anni. Sovrappeso e disturbi alimentari in genere, dunque, non sono solo questione di “gola”. La soluzione, quindi, non è fatta solo di diete e regimi alimentari, come spiegano la presidente di Eurodap Paola Vinciguerra e il nutrizionista Giorgio Calabresi nel libro “Stress&Dieta - consigli e rimedi per vivere al meglio” (Kowalki Editore).
“Bisogna spostare l’attenzione sul rapporto con se stessi, cercando di rallentare i ritmi di vita che ci portano allo stress. Si scoprirà così che il rapporto con il cibo, e quindi anche il dimagrire, è prima di tutto una questione di testa. Dal sondaggio - continua Vinciguerra - è emerso che queste persone fanno loro stesse la spesa e nel loro carrello non mancano mai cibi dolci o alimenti super calorici. Mangiano in maniera frettolosa, dichiarano di gustare solo qualche volta i cibi che mangiano. Raramente smettono di mangiare quando si sentono sazie. Questo comportamento viene adottato in modo particolare la sera, quando la corsa del vivere quotidiano si placa. Si è anche rilevato che questo atteggiamento disfunzionale nei confronti del cibo è frutto spesso di un particolare stato emotivo, ansioso o depresso, stressato o triste. Si tratta di individui che non hanno regole nel loro regime alimentare per le quali ogni emozione negativa o stato d’animo non sereno tende ad essere compensato con il ricorso all’alimentazione”.
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