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PIU' TRUFFE A TAVOLA, SEQUESTRI PER OLTRE 100 MILIONI. ITALIANI PREOCCUPATI PER CHIMICA, OGM, ORMONI E COLORANTI

Gli italiani temono le frodi sul cibo, rifiutano gli Ogm e scelgono la tradizione. Intanto nel regno della buona cucina, il valore di truffe e infrazioni alimentari è aumentato del 21% in un anno superando i 100 milioni di euro: dal tonno all'istamina, alle cozze allevate in acque nere; dal vino al fertilizzante, alle etichette contraffatte; dal dente molare nei confetti, al carciofo incendiario: questa la fotografia scatatta da "Truffe a Tavola 2005" il secondo Rapporto sulle frodi nelle filiere agroalimentari, realizzato da "Salute & Gusto" del Movimento Difesa del Cittadino, in collaborazione con Legambiente e con il contributo finanziario del Ministero delle Attività Produttive.

Secondo una ricerca Ires sulla percezione del rischio alimentare da parte dei consumatori, realizzata per conto del Movimento Difesa del Cittadino, in particolare, è emerso che ansia e preoccupazione sono le emozioni più sentite dagli italiani a tavola. Prodotti chimici, Ogm, ormoni e coloranti, maanche i sistemi di allevamento, di conservazione e trasporto dei prodotti alimentari costituiscono i principali motivi di preoccupazione nel piatto.

Ansie insensate e illogiche? "Sicuramente la gran parte delle produzioni italiane è sicura, controllata e di alta qualità, e per questo il nostro patrimonio agroalimentare - è stato detto alla presentazione del Rapporto - è conosciuto e apprezzato nel mondo. Eppure questo non ci mette al riparo dalle azioni di imprenditori truffaldini quando non dalla vera e propria criminalità organizzata".

E' infatti pari a 101.655.295 euro il valore delle merci sequestrate dai Carabinieri per la Sanità (NAS) durante le ispezioni (37.969) effettuate nel corso del 2004 solo nel settore alimentare, il 21% in più del 2003 (quando era pari a 83.500.738 euro). Nell'ultimo anno sono state 4.474 le infrazioni penali accertate e ben 20.856 quelle amministrative contestate, 925 le strutture chiuse per motivi di salute pubblica e 360 quelle sequestrate. Abuso della denominazione protetta da parte di prodotti comuni e uso illecito della denominazione da parte di prodotti non certificati dagli organismi di controllo sono invece le irregolarità più diffuse tra quelle scoperte dall'Ispettorato Centrale Repressioni Frodi(Icrf) del Ministero delle politiche agricole nelle 24.846 ispezioni effettuate nel 2004, che hanno portato a 442 sequestri per un valore totale di 9,91 milioni di euro, il 62,4% in più su quanto rilevato nel 2003 (6.105.162,94).

Tra i casi più eclatanti di frodi e irregolarità pericolose per la salute spiccano alcuni eventi particolarmente disgustosi e grotteschi registrati nel 2004, come quello del pensionato trentino goloso di confetti che si è però ritrovato a succhiare un molare in porcellana (ovviamente non suo) trovato nella confezione, o quello della signora di Bologna intenta a preparare un risotto con un carciofo "speciale", che ha preso fuoco a contatto con il coltello a causa di un trattamento con fitofarmaci troppo ricchi di azoto. Risultano poi chiusi o sequestrati quasi 500 tra ristoranti, pizzerie e tavole calde per tutela della salute pubblica o gravi irregolarità.

"Il rapporto di quest'anno registra fenomeni in preoccupante crescita, come l'importazione clandestina di prodotti alimentari di cui ignoriamo provenienza e metodi di coltivazione, allevamento e trattamento - ha dichiarato Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino - la nostra rete di sportelli "Salute & Gusto" ha visto crescere sempre più le richieste di informazione su problemi inquietanti come gli Ogm, i pesticidi, le carni e la frutta di cui non si sa nulla".

"I risultati delle indagini - ha concluso il direttore generale di Legambiente, Francesco Ferrante - confermano l'alto livello di attenzione da parte degli enti preposti al controllo verso questo delicato settore. L'agroalimentare attira evidentemente gli appetiti della criminalità che cerca di lucrare anche sulla salute delle persone che però, nel frattempo, sono diventate più attente ed esigenti, premiando, di fatto, quei prodotti di cui riconoscono la provenienza (possibilmente locale, tradizionale, di filiera corta), e la cura nella preparazione".

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