Con la ricorrenza del 25 aprile che cade di giovedì, e la festa del 1 maggio di mercoledì, il calendario 2024 si presenta favorevole per chi ha in programma un break lavorativo di qualche giorno. E gli italiani si preparano alla settimana dei ponti primaverili con un forte orientamento al viaggio nei piccoli borghi che, secondo i dati dell’indagine congiunta realizzata da Aite, Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e Ismea, rappresentano insieme alle città d’arte le prime scelte di chi viaggia, con qualche distinzione sulla base della fascia d’età e dell’area geografica di appartenenza. Ma andiamo per ordine, cominciando dal budget a disposizione e dal numero di turisti che hanno in agenda un bel viaggio in pieno ponte. La buona notizia è che, nonostante le avversità legate al meteo e alla situazione geopolitica alquanto complicata, 14 milioni di italiani (due su tre considerando chi ha già fatto un viaggio negli ultimi tre anni) sono in partenza per i ponti di primavera: di questi, il 56% si prepara a 2-3 giorni di vacanza, il 23% farà soltanto un giorno e senza pernottamento, il 17% arriverà a una settimana intera e il 4% andrà anche oltre i sette giorni di break lavorativo. In sostanza, soltanto il 33% non ha intenzione di muoversi da casa. Quanto al budget a disposizione per la vacanza di fine aprile e inizio maggio, rispetto allo stesso periodo 2023, è invariato per il 54%, leggermente superiore per il 21% e molto superiore per il 5% degli intervistati.
L’Italia rimane la meta più gettonata, pochi andranno all’estero (meno del 13%). Tra le destinazioni, le città d’arte e i piccoli borghi svettano in classifica, davanti alle località di mare, con un buon risultato anche per le località rurali. A seguire troviamo, nell’ordine, le località di collina, di montagna e di lago. Al Sud, per esempio, l’appeal del mare è superiore di ben 6 punti percentuali alla media. Tra i più giovani, invece, l’appeal dei borghi e delle città d’arte non ha eguali, mentre il mare regna incontrastato tra le scelte della fascia 35-44 anni.
L’attività enogastronomica preferita dal turista in primavera è il godimento del paesaggio rurale (30%), a conferma di una tendenza europea che si è rafforzato dopo la pandemia e della necessità di interrompere la routine lavorativa con un’esperienza di immersione nella natura lontani dal caos. A seguire troviamo le esperienze di degustazione nei ristoranti, che sono particolarmente apprezzate dai giovani di età compresa tra i 25 e 34 anni, e la partecipazione a eventi enogastronomici, mentre i rappresentanti della Gen Z sono più propensi a esperienze insolite, come le Spa a tema vino e olio o le esperienze attive.
L’auto rimane il mezzo prediletto nei prossimi ponti (63%), seguito a grande distanza da treno (17%), con i più giovani (18-34) che si mostrano maggiormente propensi verso modalità alternative al mezzo privato.
“L’eccezionalità del ponte lungo spinge gli italiani a viaggiare e scoprire i piccoli borghi, territori ricchi di fascino e storia, meno affollati e al contempo più accessibili economicamente, oltre che alle classiche città d’arte - afferma Roberta Garibaldi, presidente Aite (alla quale, WineNews, ha chiesto trend e prospettive dell’enoturismo) - il paesaggio rurale si conferma essere tra le esperienze più desiderate, un driver che deve e può essere valorizzato per creare valore economico, sociale e culturale per le aree interne. È auspicabile ripensare i modelli di sviluppo, dai trasporti alle figure professionali che lavorano sul territorio, ma anche la necessità di organizzare il sistema. I dati ci confermano le differenze generazionali, che devono spingere destinazioni e operatori a segmentare e personalizzare sempre più l’offerta”.
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